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VENUTO AL MONDO
Ho il cuore in gola e non mi piace averlo. Sento addosso il profumo di Sarajevo, la malinconia della gente, la disperazione di chi non ha più nulla. Ho pianto, troppo, tanto da non riuscire più a vedere le parole che la Mazzantini ha scritto e dire che non mi piace la sua scrittura ma le sue storie sono … capolavori.
Ho cercato di evitarlo questo libro, ma alla fine lo preso in mano, sfogliato, comprato e letto tutto ad un fiato. La malinconia mi ha assalito ha metà libro, quando Gemma cerca in tutti i costi ad avere un bambino. Non gli basta più l’amore di Diego, lei vuole un altro Diego, un piccolo essere che abbia le sue gambe, i suoi occhi, la sua nuca. Si è sempre chiesta come facesse a stare in piedi con quel corpo così magro e come mai un ragazzo di ventiquattro anni si fosse innamorato di una più vecchia di lui. Hanno fatto l’amore per la prima volta a Sarajevo, in un giorno importante. Ecco il loro legame con quella città, ecco cosa dobbiamo aspettarci da questa storia: un amore vero, puro ma che alla fine risulta incompleto. L’ho maledetta quando Gemma cerca in tutti i modi ad avere questo bambino, mi son detta che alla fine sarà la causa della loro separazione. Un articolo sulle mamme surrogate è stata l’inizio di una ricerca affannata, finita con l’incontro con quella pecora travestita da lupo. Ma non lo sai Gemma che le più innocenti sono le più pericolose? Hai unito le loro mani, i loro sguardi le loro vite. Hai urlato quando hai capito, e io con te ma ormai era troppo tardi: l’hai perduto e tu lo sapevi. Ma la verità non è mai come la immaginiamo e molto spesso è più pericolosa. Credevi ma non sapevi Gemma.
Commuovente, delicato. Un modo diverso di raccontare l’orrore della guerra, di come può nascere anche qualcosa di buono, non solo morte ma anche vita.
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