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Triste ma c'è una luce in fondo al tunnel
Sto bene. E' solo la fine del mondo è uno dei romanzi opzionati dalle case editrici del Torneo Letterario IoScrittore promosso da Gruppo Mauri Spagnol.
Il romanzo racconta la storia di Giuliano (scritto in prima persona ed unico punto di vista) che a causa della fragilità della madre, della violenza del padre e di alcune tragiche circostanze si ritrova, senza volerlo, a far parte di un movimento religioso (non viene fatto alcun nome) alquanto controverso.
Tutto ha inizio nel 1980, il nostro protagonista ha sei anni e non vive una vita serena: una madre devota alla famiglia ma terrorizzata costantemente dal marito violento, bestemmiatore e che si diverte a tormentare la moglie e ad ignorare i figli (soprattutto Giuliano di cui avrebbe fatto volentieri a meno). Nella seconda parte del romanzo ritroviamo Giuliano frequentare le scuole medie e anche in questo caso l'autore racconta eventi legati a quel periodo. Infine, l'ultima parte vede Giuliano frequentare le superiori alle prese con la prima cotta ma anche davanti ad eventi e scelte molto dolorose.
Ammetto che è una storia davvero triste e angosciante anche se le riflessioni di Giuliano da bambino riescono a strappare un sorriso nonostante il tema serio. E' ben scritto ma ammetto che forse lo avrei sfoltito un po' perché in alcuni punti risulta lento (ci sono alcuni eventi che potevano essere eliminati).
Giuliano è un ragazzo che per gran parte del romanzo non riesce a ribellarsi in alcun modo e si sente in trappola. Il rapporto con i suoi fratelli rimane molto sullo sfondo mentre avrei preferito una maggior interazione tra loro.
Un'aspetto che avrei approfondito è come mai all'inizio il padre è presentato come un uomo violento, capace di trascinare per i piedi un bambino, terrorizza e picchia la moglie poi all'improvviso quando la moglie gli dice che vuole cambiare credo, lui la lascia in pace fino a quando non si trasforma di nuovo in un violento un po' di pagine dopo.
In una nota finale, l'autore tende a precisare che alcune cose accadute al protagonista del libro sono accadute realmente a lui stesso mentre altri fatti li ha osservati da vicino.
Il tema trattato è molto interessante ma per quasi tutto il romanzo ho provato un senso d'impotenza e di angoscia (nonostante il finale non sia amaro) che mi ha intristito.
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