Dettagli Recensione
Elpi-logo n. 19
Il week end secondo Camilleri
Questo romanzo è ritenuto, in maniera pressoché unanime, ‘sui generis’ nella produzione di Camilleri. Effettivamente, non sembra scritto dall’autore di Montalbano, tanto è diverso per stile, concezione e struttura.
Sei amici formano tre coppie apparentemente affiatate. Matteo ha sposato Anna, Andrea è con Renata, Giulia e Fabio vivono insieme. I sei si frequentano regolarmente e tutto sembra procedere ‘normalmente’. Un giorno ricompare Gianni, amico gay che sta per “scendere in campo” in politica. La sua apparizione, almeno simbolicamente, è l’elemento che ‘spariglia le carte’.
In un sabato fatale – che idealmente potrei immaginare come congiungente della commedia “Grazie a Dio è venerdì” con la tragedia di “Domenica, maledetta domenica” – l’impostazione della vita dei componenti della comitiva “salta” e vengono a galla traumi infantili ed episodi rimossi o tacitati per troppi anni, nello schema circolare di una storia ove capitolo iniziale e finale si ricompongono ad unità.
La causa scatenante del processo di emersione è un dramma, che si consuma nella cena del ritrovo, e che allarga ferite in realtà mai rimarginatesi. Perché evidentemente l’emostasi della vita borghese è troppo fragile e non riesce a cicatrizzare le carni lacerate da incidenti e violenza.
Posso dire, in tutta semplicità, che questo romanzo mi è piaciuto? Posso augurarmi, nel caso questa sia la matrice della “diversità” del romanzo, che Camilleri si rivolga ancora allo stesso ‘ghostwriter’?
In ogni caso, qualunque sia la causa della difformità dell’opera dalla restante produzione, posso dire che l’alternanza è gradita e conferma che l’autore siciliano sa sempre come catturare l’attenzione dei suoi affezionati lettori?
Bruno Elpis