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Che la festa cominci
 
Che la festa cominci 2013-05-17 03:14:53 Bruno Elpis
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
3.0
Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    17 Mag, 2013
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Elpi-logo n. 17 - E' qui la festa?

Un romanzo un po’ “sopra le righe”, questo di Ammaniti.
Un bizzarro riccastro, Sasà Chiatti, organizza una festa strampalata, alla quale invita VIP e sedicenti VIP dello spettacolo, dello sport e della politica. Teatro della festa è il parco di Villa Ada, acquistato dal Comune di Roma e adattato alle insolite attività nelle quali la festa verrà declinata (è previsto perfino un safari!).
Tra gli invitati c’è anche lo scrittore di successo Fabrizio Ciba, in cerca d’ispirazione. E Mantos, leader delle “belve di Abaddon”, setta di Oriolo Romano sull’orlo dello scioglimento. Per rivitalizzare la setta, il leader propone di assassinare la cantante Larita, ex satanista ora convertita al cattolicesimo.
La festa – nell’intrico dei partecipanti, tutti dediti a perseguire scopi personali – degenera ben presto: il safari lascia sul campo alcune vittime e la confusione prevale quando un gruppo di persone (i ciccioni), abitanti delle catacombe sotterranee di Santa Priscilla, riemergono dopo anni di vita sotterranea, per razziare cibo e massacrare gli invitati. Perché “i ciccioni” sono discendenti e mutazioni degli atleti sovietici che parteciparono alle Olimpiadi di Roma del 1960, dissidenti clandestini fuggiti all'oppressione del regime comunista dell’Unione Sovietica di quegli anni.
Satira truculenta dei malcostumi italiani?
Dileggio del mondo fatuo e viziato di VIP che non si comprende a cosa debbano il nomen di “persone importanti”?
Atteggiamento beffardo nei confronti dell’originalità forzata e ricercata in modo spasmodico?
A me, questo romanzo, a tratti umoristico, a tratti eccessivo, è sembrato inquinato dagli stessi mali che vorrebbe flagellare.

Bruno Elpis

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Commenti

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Ho avuto anche io la stessa impressione. Secondo me il primo Ammaniti incontaminato dal successo era migliore.
A me invece era piaciuto molto, mi pare di ricordare.
:-€
Secondo me lui ha più talento di molti altri scrittori contemporanei italiani ma non mi piacciono le ultime cose che ha scritto, dopo Ti prendo e ti porto via e io non ho paura. E' qui la festa mi sembra sia venuto fuori come goliardata a una cena tra amici che fanno a chi la spara più grossa. Secondo me non fa quello sforzo che faceva una volta per arrivare a qualcosa di profondamente originale, tanto lo pubblicano lo stesso.
Ciao Bruno, a me il romanzo ha fatto la stessa impressione.....
evidentemente non ho colto il messaggio dell'autore, ma ricordo che la lettura non mi ha lasciato nulla...
de gustibus
@ Silvia e Mario: ho letto con interesse le vostre repliche, vedo che concordiamo. Tropo gusto per il sensazionalismo ... :)

@ ciao Cub, sì, ti era piaciuto: l'ho letto nel tuo commento. :)

Beninteso: io l'ho letto d'un fiato. Ammaniti scrive bene!
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