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Un dizionario dell'orrore!!!!
Il primo pensiero che mi viene i mente è: sfiancante. Si si, questo libro mi sta sfiancando. E si che ero partita con tutte le buone intenzioni, anzi mi intrigava l’idea di leggere una storia incentrata sulla criminalità narrata attraverso gli occhi di un (ex)criminale . Ma è proprio l’impostazione che non mi convince.
La prima parte di una noia mortale è tutta incentrata su un mero e sterile elenco delle usanze e delle credenze che regolano l'esistenza delle famiglie criminali, con tutte le sfumature ed eccezioni dettate dalle origini dei vari gruppi di provenienza. Come fosse un dizionario, di ogni parola lo scrittore, ne spiega l’usanza ad essa legata. Ogni ora della giornata è scandita da un rito; ogni evento ha il suo codice da seguire diligentemente anche nell'uccidere una persona si deve usare un’arma piuttosto che un’altra in base all'onore criminale dell’omicida .
E qui ho pensato, che non ne sarei mai uscita. Ma, invece, quasi illesa, passo alla seconda parte con una piccola speranza di rinascita che viene subito smorzata dalla lettura del primo capitolo, che da il via a un susseguirsi di eventi infarciti di violenza, stupri, torture, tutti inanellati tra loro a formare una catena “del nulla” del vuoto esistenziale. Ciò che provo è noia, orrore, obbrobrio di fronte alla naturalezza con la quale si può uccidere o massacrare una persona.
E’ un’impresa davvero leggere questo libro, ma, a differenza di altre imprese come quelle che mi legano ad esempio ad uno scrittore eccelso come Marìas, questa non mi lascerà nulla…..se non un senso di nausea e si schifiltosità di fronte al mero susseguirsi di violenze che scadono spesso in gratuite e sterili descrizioni truculente .
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