Dettagli Recensione
Estasi
Come un leggero filo di seta le parole si uniscono e talora si dividono, lasciando spazi bianchi sul foglio, quasi a creare una trama impalpabile su cui galleggia la fiaba.
Fiaba per adulti bellissima che utilizzando ripetizioni di paragrafi nell’incipit dei capitoli, richiama le filastrocche infantili o le favole come Hansel e Gretel o Cappuccetto rosso, in cui i personaggi ripetono a volte le stesse parole più e più volte, a simboleggiare un’azione che tende a farsi pericolosa.
Ma il pericolo dov’è, per Hervè Joncour, in un’azione eccezionale come attraversare più volte, a metà dell’ottocento, quasi l’intero globo per recarsi dal paesino della Francia dove vive fino al lontanissimo e sconosciuto Giappone per approvvigionare le filande di uova di bachi da seta?
Quale pericolo, se, novello Marco Polo, percorre migliaia di chilometri da solo, arrivando ogni volta sano e salvo da una meta all’altra, carico d’oro all’andare e di preziosissime uova al ritorno, senza mai essere sfiorato da un predone, da un mare assassino, da una sollevazione armata.
Lui va e torna infallibilmente dalla donna che ama e che l’ama, la dolce Hélène dalla bellissima voce.
Il pericolo c’è e si nasconde negli occhi profondi, nei capelli di seta, nel silenzio colmo di significati di una donna. Una donna che anno dopo anno Hervè incontra per pochi istanti nel lontano Giappone, con la quale vive una storia di amore e attrazione priva di parole e di gesti.
Si crea in questo modo un rapporto che impregnerà la sua vita per gli anni a venire, senza drammi, senza sofferenze, senza speranze.
La trama impalpabile, sviluppata con stile poetico ma non roboante, (tutt’altra cosa da Oceano Mare) quasi un esercizio di Shodo - l’arte giapponese della calligrafia - che dipinge con poche parole e molti significati eventi e sensazioni, prende improvvisamente corpo e si addensa, fortemente vibrante e carnale, verso la fine, alla lettura della splendida lettera che Hervè riceve in modo misterioso. Da lì il racconto riprende la sua strada in punta di piedi, portandoci come è giusto verso la fine.
Nel chiudere il libro si ha la sensazione di quando sciogliendo una sciarpa di seta, questa ci lascia un’ultima tiepida carezza sul collo nudo: un nulla che non si avvertiva, ma di cui ora si sente la mancanza.
[…] La notte rimasero svegli fino a tardi, seduti nel prato davanti alla casa, uno accanto all’altra. Hélène raccontò di Lavilledieu, e di tutti quei mesi passati ad aspettare, e degli ultimi giorni, orribili.
- Tu eri morto.
Disse.
- E non c’era più niente di bello al mondo. […]
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Commenti
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Non posso garantire!
Baricco o si odia o si ama: io ho letto la prima volta Oceano mare e l'ho trovato ridondante, barocco, pesante, seppur poetico.
Poi non ho saputo liberarmene la mente e l'ho riletto. Stupefacente: alla seconda lettura solo POESIA!
La sua prosa, in questo libro non ha bisogno di seconde letture: lieve, onirica, sognante...bellissima!
E quando arriverete alla lettera, verso la fine, ... che brividi!!!
Dai ragazze, fatevi sotto!!! : D
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mi hai convinto a ritentare un approccio con Baricco!