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CRIMINALI ONESTI
Mentre ero al cinema per vedere un film, ho visto il trailer di "Educazione Siberiana" di Nicolai "piede scalzo" Lilin. Ho detto: "meglio leggere prima il libro e poi eventualmente vedere il film con regia di Gabriele Salvatores", e così è stato. Sin dalle prime battute sono stato assorbito in un mondo a me sconosciuto, la Transnistria dove cresce e viene educato secondo la legge dei criminali "onesti" il protagonista. A differenza di altri gruppi criminali come quelli di Seme nero, ucraini, caucasici, georgiani, armeni e cosacchi, colpisce il rispetto che gli Urca Siberiani hanno verso tutti gli esseri umani, ad eccezione dei poliziotti, politici, chi sfrutta gente semplice e omosessuali. Non solo, loro disprezzano il denaro non chiamandolo mai direttamente per nome, ma utilizzando altri aggettivi. Non sono criminali per arricchirsi e dare sfoggio della ricchezza mediante l'esibizione di collane in oro, macchine lussuose ed altri beni materiali, ma rimangono persone semplici, che hanno un rispetto per DIO (ma non per i preti) mettendolo sempre davanti a tutto. Le loro pistole difatti vengono custodite dove hanno le icone sacre e sopra di esse viene messa una croce che solo il proprietario puo' rimuovere. Anche se è un libro dove la violenza viene messa in risalto con risse, accoltellamenti, omicidi, l'autore non trascura il lato umano, come la compassione che si ha verso verso i disabili e portatori di handicap. Negli anni 50 il comunismo vietava per legge di tenere a casa i malati mentali. Molte famiglie quindi si trasferivano in Transinistria dove venivano accettati come "Figli di DIO". Splendido il passaggio in cui l'autore dice di aver imparato da loro molte cose perchè hanno dentro una purezza naturale, qualcosa che non si puo' sentire se non si è liberati completamente dal peso terrestre. Anche il rapporto con il saggio nonno Kuzja fa riflettere per i dialoghi che hanno: "tanta gente cerca disperatamente quello che non è capace di trattenere e di capire, per questo è piena di odio e sta male per tutta la vita. Gli uomini nascono felici, pero' si autoconvincono che la felicità è qualcosa che devono trovare nella vita". Crudo il racconto che il protagonista ha nel carcere minorile, dove anche le guardie usano violenza o non intervengono in casi di violenza. E' vero che il contesto dove cresce "piede scalzo" è molto duro, ma "l'educazione siberiana" che riceve, farebbe bene anche dalle nostre parti
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