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Destini incrociati
Ho letto questo romanzo tutto d’un fiato, in una sola giornata. Lo stile polifonico, con il continuo alternarsi di voci diverse, rende la lettura assolutamente viva e coinvolgente. Il ritmo è serrato. I personaggi sono numerosi, ma ciascuno di essi riceve dall’autrice le attenzioni necessarie e supera lo stereotipo diventando incredibilmente reale e vivo.
L’evento scatenante che porterà numerose vite ad incrociarsi cambiando molteplici carte sul tavolo del destino è un incidente. Mariasole, una giovane donna incinta sta andando in bicicletta a casa del suo uomo (o è meglio utilizzare il gergale “trombamico”?). E’ leggermente ubriaca, i suoi riflessi sono annebbiati ed è investita da un’auto in corsa. Alla guida dell’auto, c’è Pietro. L’uomo sta correndo in ospedale: dopo molti tentativi falliti di avere un figlio, sua moglie sta finalmente partorendo. È l’ansia, probabilmente, è l’emozione per un evento così importante a fargli perdere il controllo del mezzo. Tutto ciò che seguirà, tutti i gesti, le parole, le emozioni e le lacrime dei personaggi, dipenderanno da questo tragico evento. In un solo attimo, le energie improvvisamente si trasformano, e niente sarà più come prima.
È un romanzo fondamentalmente psicologico, in cui si intrecciano tematiche delicate quali la ricerca del sé, l’eutanasia, la pacifica convivenza con la propria omosessualità. Ci sono figure indimenticabili, come Massimo, infermiere, musicista rock-metal, omosessuale, segnato da un trauma profondo ma non per questo meno positivo. La sua gioia di vivere è immensa e la naturalezza con cui vizia il figlio che il suo compagno ha avuto da un’altra donna suscita tenerezza infinita.
La scelta di amare una persona dello stesso sesso è descritta dall’autrice con benevolenza. Meno dolce è la visione della bisessualità. “Ci sono persone…” – si sente dire da uno dei personaggi, anche se non ho il romanzo sottomano e non posso citare alla lettera – “… prepotenti e viziati che prendono tutto quello che vogliono, a prescindere.” Ma, in generale, tutte le emozioni sono legittimate, e colorate di un’intrinseca purezza.
Una lettura semplice, dunque, ma al contempo profondissima. Una bellissima favola, con tanto di morale: la capacità di perdonare è una caratteristica delle persone che amano la libertà, è figlia legittima della decisione di vivere senza catene. E niente imprigiona gli individui più della rabbia e del risentimento. Un libro che si legge da solo, e che lascia in bocca un sapore dolceamaro ed una fragranza di “panino con la porchetta con dentro tutto”, come quello che piace tanto a Massimo!
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