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La generazione
 
La generazione 2013-04-02 10:40:17 Roxyetrudy
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Roxyetrudy Opinione inserita da Roxyetrudy    02 Aprile, 2013
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tanto fumo e poco o niente arrosto

Romanzo di esordio di Simone Lenzi, livornese eclettico, quarantenne che ha accoppiato gli studi filosofici con la musica. Il libro promette di essere una finestra sulla FIVET vista da un angolazione maschile. La fivet è la fecondazione assistita; chi si aspetta che nel libro la si tratti in modo più centrale ovvero affrontando a pieno il tema di una paternità rincorsa, rimarrà deluso. L'autore scomoda Aristotele, Cardamo ed un sacco di PERSONAGGI solo per giungere alla conclusione che gli uomini non sono in grado di comprendere le donne nel loro desiderio di maternità ad ogni costo (anche arrivando a farsi bucare otto volte al giorno e a riempirsi di ormoni come un pollo...) Francamente il tema è trattato con troppa superficialità: il personaggio principale, il portiere d'albergo usa troppi paroloni, si vanta di aver letto di qua e di là ma di suo c'è ben poco. Peccato poteva essere interessante analizzare le paure di un uomo nei confronti di una paternità ricercata, paure che potevano anche essere sdrammatizzate e ridicolizzate visto che alla fine il contributo maschile (sia pure importantissimo) si limita a ben poco.... Il finale mi ha lasciata al quanto perplessa, non ho ben chiaro l'attinenza con il tutto. I personaggi collaterali sono appena abbozzati, nemmeno la moglie del portiere viene ben delineata.
Insomma tanto fumo ma niente arrosto!!!!

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Commenti

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Dalla recensione avrei dedotto che al libro avresti assegnato un "punteggio" basso, mi spieghi il perchè dello STILE 4 stelline ed un voto complessivo più che buono se poi ne sconsigli la lettura?
Tanto per capire Roxy...
Grazie in anticipo se vorrai rispondere! Ciao
In risposta ad un precedente commento
Roxyetrudy
02 Aprile, 2013
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Certo che ti rispondo, con piacere. Lo stile dell'autore non è male, anzi ricercato. Si sentono i suoi studi filosofici. Il primo capitolo è addirittura invitante, ma poi ti perdi. A tratti diventa addirittura noioso. E' un libro breve appena 153 pagine, ma alla fine ti rendi conto che sono anche troppe per quello che ha trasmesso ai suoi lettori, NIENTE.
L'autore non scava nei personaggi ( a stento delinea i tratti del portiere che è il protagonista) alla fine sono tutte comparse, e resta ben poco. Se lo leggi ricontattami che sono curiosa di confrontarmi con le tue idee, ciao
In risposta ad un precedente commento
GLICINE
02 Aprile, 2013
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Grazie! Sei gentile.... Ci rileggeremo allora...! Ciao
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