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La via del male
 
La via del male 2013-03-27 19:18:52 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    27 Marzo, 2013
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La via del male

“La via del male” è uno dei primi romanzi di Grazia Deledda, meno conosciuto rispetto a “Canne al vento”, eppure dotato di notevole intensità.

Abbandonarsi a queste pagine significa percorrere i sentieri polverosi del nuorese, salire sulle colline e addentrarsi tra i boschi, accompagnare i buoi sui terreni da arare, cogliere grappoli profumati dalle viti, guidare i greggi al pascolo, assistere incantati alla bellezza di un tramonto dalle sfumature violacee, respirare l'aroma di ginepro di cui l'aria è satura, lasciarsi avvolgere dall'odore di terra bagnata, di fieno, di legna che arde.
Siamo sul finire dell'Ottocento e la penna della Deledda ritrae con calore e cuore una terra ruvida e selvaggia, in cui uomo e natura devono convivere; una terra in cui consuetudini antiche sono ancora radicate e si riflettono sul modo di vivere e di pensare.
Stupenda la rappresentazione dei due mondi, maschile e femminile; leggi non scritte ma ferree dettano le regole dei rapporti tra uomo e donna così come tra classi sociali.
All'interno di questo spaccato verace e denso di realismo, si colloca la storia narrata dall'autrice, essa è una storia di passione, di dolore, di vendetta e di estrema solitudine, destinata a generare fratture e sconvolgimenti nell'anima dei protagonisti.
Una storia che mescola la luce della gioia e della speranza alle tenebre del rancore e della voglia di riscatto; uomini e donne divisi tra desiderio di amare spassionatamente e la necessità di seguire i dettami delle convenzioni sociali, talora schiacciati dalla ruota di un destino avverso che tutto sembra spazzare via.
C'è tanta vita racchiusa in questo romanzo, c'è un mondo lontano dalla modernità cui siamo avvezzi, un mondo arcaico dominato dal lavoro, dalla fatica, dal sacrificio in nome di una sopravvivenza dignitosa per se stessi e per la famiglia.

Una narrazione che si fa testimonianza del passato del nostro paese, un flusso concreto, forte e delicato di immagini suggestive e pittoresche che immortalano uno tra i tanti regionalismi italici, una cura particolare ai personaggi, colti nella veridicità più assoluta del loro ambiente e nella pienezza emotiva delle loro azioni e dei loro stati d'animo.
Una piccola perla della nostra letteratura lasciataci in eredità dalla Deledda, cui l'autrice è riuscita ad infondere tanta passione e fierezza per la terra natia.

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Commenti

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La tua recensione è intensa, complimenti.
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petra
28 Marzo, 2013
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Davvero un bellissimo commento, complimenti Silvia.
Che brava Silvia!
grazie!
è stato veramente piacevole scoprire questo romanzo!
leggerò sicuramente altro dell' autrice....
Hai reso perfettamente l'impronta della grande scrittrice, che ricorda un po' i grandi russi.
In risposta ad un precedente commento
C.U.B.
28 Marzo, 2013
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Mmm...Interessante...Quasi quasi...
;-)
Cara Silvia , come sempre rispolveri libri di un certo spessore.
Ti ringrazio e mi complimento con te e le scelte che ci proponi...Bravissima, Pia.

28 Marzo, 2013
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quanta poesia...
Belle..bella...si!!
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