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Il veleno dell'oleandro
 
Il veleno dell'oleandro 2013-03-23 22:31:12 silvia t
Voto medio 
 
1.0
Stile 
 
1.0
Contenuto 
 
1.0
Piacevolezza 
 
1.0
silvia t Opinione inserita da silvia t    24 Marzo, 2013
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Suspance, intrigo, morbosità

Suspance, intrigo, morbosità rappresentano le fondamenta su cui si poggia quest'opera. L' intento dell'autrice è creare attraverso una saga familiare un micromondo e descriverlo in ogni sua sfaccettatura, cercando di creare un substrato che lo accolga. L'ambizioso e arduo compito non è di facile soluzione, infatti non è raggiunto; nel tentativo di stupire e di coinvolgere il lettore quelle che si susseguono sono immagini e situazioni estreme che risultano poco verosimili; un bel mosaico è il risultato della visione d'insieme del suo creatore non della bellezza di ogni singola tessera; La struttura del racconto è complicata, da una parte per il numero eccessivo dei personaggi che compongono la famiglia siciliana allargata e dall'altra per l'intrecciarsi delle vicende dei protagonisti. I fili che ordiscono la trama sono troppi, troppo particolari e sfuggono al controllo dell'autrice che finisce per far collimare il tutto in modo forzato. I personaggi sono mal caratterizzati, inseriti in un contesto melodrammatico e vittime del destino, ma senza che venga mostrata l'essenza del loro animo, senza spiegare ciò che ha permesso una deriva collettiva, senza creare un' empatia con nessuno di essi. Vengono descritte tutte le situazioni che più suscitano emozioni nell'animo del lettore: violenza sulle donne, sadomaso, anoressia, omosessualità, bisessualità., associazione mafiosa, sfruttamento degli immigrati e molto altro; troppo per una sola famiglia, troppo per una sola vicenda. Lo stile con cui il tutto è scritto appare ridondante e cerimonioso, infarcito di metafore che mal si comprendono; le descrizioni sono volte a fotografare e non a raccontare gli eventi o le persone, uccidendo la possibilità di avvolgere la bella villa Pedrara con quell'alone di magia regalatoci dall'originale incipit, in cui la scelta di far raccontare la storia dallo spirito della salma incuriosisce e ben dispone, ma come un banco di nebbia si dissolve via via che ci si avvicina alla conclusione. Lascia l'amaro in bocca, perché sarebbe bastato poco per rendere la lettura lieve e piacevole, un tocco di ironia col quale tentare di spiegare un destino beffardo che gioca con la vita della famiglia Carpinteri una divertente partita a scacchi, ma il velo della realtà offusca tutto, anche quei pochi barlumi di luce che tra le righe si scorgono.

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Commenti

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Caspita Silvia...c' è proprio di tutto in questo libro...anche troppo per me...
Grazie della segnalazione e dell'avvertimento!
Molto bella la tua recensione, davvero ben articolata...Pia
In risposta ad un precedente commento
silvia t
24 Marzo, 2013
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Grazie, forse se ci fosse stata meno carne al fuoco sarebbe stato un po' più scorrevole...
il tuo giudizio negativo è davvero ben motivato!
era nella mia lista letture.....vedrò.....
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gracy
24 Marzo, 2013
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mhmmm...bocciato in toto! Io ho letto quasi tutto della Simonetta, ultimamente l'ho abbandonata perchè sui temi delle storie dei siciliani non è maturata, si è limitata a mettere carne sul fuoco e l'ha lasciata bruciare.... tanto raccontare solo per stupire, senza aggiungere niente di speciale ai suoi personaggi, anzi il più delle volte sono sottratti di anima.
Eh, il talento quando non c'è non si può inventare...
Io non riesco a capire, quando vedo che vengono fatti giudizi sull'autrice, anzichè sull'opera...e lo trovo di una tristezza infinita...
In base a cosa si valuta la maturità di una persona? Chi siamo noi per poterlo fare?
Come si fa condannare una persona sul suo talento? Si possono fare delle critiche motivate...ma poi secondo il mio modesto parere...dovremmo avere il dovere di fermarci...e termino con una domanda: qual è il nostro ruolo di recensonri?
...Pia
In risposta ad un precedente commento
Cristina72
24 Marzo, 2013
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Ma scusa Pia, di un'opera mediocre chi si dovrebbe criticare se non chi l' ha scritta?
Secondo me si critica l'opera...semplicemente l'opera...
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Cristina72
24 Marzo, 2013
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Se di uno scrittore si può dire che ha talento, allo stesso modo è lecito affermare che non ne ha, non vedo perché tacere.
In risposta ad un precedente commento
pinco
24 Marzo, 2013
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in base a cosa, puoi dire che non ne ha?
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