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...e lei disse "voglio guardare"
Le sensazioni che sono riuscita a provare leggendo “Voglio guardare” è di impotenza, di difficoltà e consapevolezza che alla fine del delitto e delle violenze perpetrate non sarebbe mai arrivata una conclusione sorretta da una motivazione, nemmeno un cenno, un indizio che facesse luce sul perché certe cose si sono perpetrate.
Il De Silva dell’avvocato Malinconico e dello struggente “Una donna di scorta” ci mette di fronte Celeste, una giovane sedicenne perversa e Heller un avvocato penalista senza scrupoli che finiscono per condividere un segreto oscuro, malato, infame e rispettivamente rappresentano l’uno per l’altro quell’anelito di losco e imperfetto legame che li induce a stare vicini e contemporaneamente ad aggredirsi, senza spiegazioni e senza remore, restituendo al lettore una lettura incomprensibile, apparentemente affascinante e sostanzialmente inutile.
L’unica cosa certa è il male comune dei due protagonisti, quello di vivere. E quando vivere diventa un male, l’urlo di un’ossessione sinistra e i silenzi dei gesti segreti emanano rumori sordi e stonati, per nulla comprensibili. Un noir sterile…insolito.
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Commenti
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Ad apprezzare il tuo spirito critico! :)
Bruno
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