Dettagli Recensione
Il documentario interiore
Ho letto in molte recensioni che la Ferrante, in questo romanzo, desse voce a immagini violente, parole gridate, crudeli, laceranti. In realtà, tra queste pagine ho trovato una sintassi pacata e un’incredibile (perché a tratti inverosimile) onestà d’animo. Olga è una donna che analizza spietatamente il succedersi dei suoi stati d’umore in declino, la sua psicologia sempre più fragile e l’oscillazione incontrollata dell’equilibrio fisico e morale; è una macchina incorruttibile, perché perde il controllo mentre afferma di perderlo, in un lungo e spietato documentario di sé che non lascia spazio né all’autocommiserazione, né a una qualunque conciliazione con il mondo esterno che le ha fatto tanto male. Forse è per questo che, a un certo punto del romanzo, non vuole e non riesce ad aprire la porta?
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