Dettagli Recensione
Ietri, Camporesi, Simoncelli....
"È vero quello che dicono delle rose?"
"Che cosa dicono?"
"Che in primavera la valle si riempie di rose"
"Io non nè ho mai viste Colonnello"
Ballesio sospira "lo immaginavo. Perché le rose dovrebbero crescere in un posto tanto orribile?"
Purtroppo alcuni di loro non vedranno mai delle rose nè li nè altrove, la loro vita si spezzerà ben presto. Giordano riesce con il suo stile semplice e mai banale a catapultarmi sin dalle prime pagine in Afghanistan all'interno della fob ice dove si trovano i ragazzi del 3º plotone della 'charlie' per una missione di supporto alla popolazione.
Subito, entro in empatia con loro, inizio a conoscerli, sono ragazzi semplici che potrei incontrare ovunque, mi confidano le loro fobie, la loro solitudine, le loro fragilità che alcuni riescono a celare solo in apparenza. Certo è un gruppo eterogeneo e non tutti mi stanno simpatici, ma sono diventati miei "amici"; la forza del libro è proprio aver dato un'anima a questi soldati.
Questi giovani soldati sebbene addestrati a eludere il nemico, non saranno mai pronti a superare i traumi che qualsiasi guerra lascerà in eredità.
Devo confidarvi che mi sono trovata accanto alla mamma del più giovane, appena ventenne, e con lei ho condiviso il suo immenso dolore, che le farà pronunciare parole apparentemente senza senso ma che nascondono il non voler accettare l'ineluttabile sorte.
Ah, questa Morte! come si può immaginare che loro, così giovani, possano accettarla se nemmeno gli adulti riescono a farlo. Ma, Dio solo sa se ci proveranno e anche a dimenticare.... perché questa tragedia è troppa pesante da gestire. Certo è che quell'esperienza bellica li ha segnati a vita ed è proprio attraverso questo dolore infinito che sono diventati adulti.
È un libro meraviglioso, da leggere e rileggere. Lo consiglio soprattutto ai giovani che spesso si dilettano a giocare alla guerra senza considerare che non si tratta semplicemente di un gioco ma tutt'altro, per chi la fa' ma anche per coloro che la subiscono e la cui unica colpa è abitare in quei luoghi martoriati.
E allora prima di congedarmi li saluto mettendomi sull'attenti e portando loro quel rispetto che molte volte gli viene negato.
Ps. è di proposito che non ho menzionato i loro nomi perché gelosamente li custodisco ancora per un po' dentro di me.
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Commenti
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Bravissima Maria !!!
Pia
Un bacio. Maria
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vedo che anche a te questo romanzo è riuscito a trasmettere tante emozioni...