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Camere separate
Mesi fa sono rimasta letteralmente incantata da un commento su “Camere separate”, dal quale trapelava la grande finezza psicologica dell’autore, Tondelli, che non conoscevo, e la sua capacità di scavare nel profondo, in ogni pagina, in ogni riga, in ogni recesso dell’animo. La lettura di questo romanzo ha superato le mie aspettative, perchè si tratta di un testo che non ha il timore di indagare impietosamente le nostre paure più recondite, nascoste anche a noi stessi. Ed è proprio l’intimità dell’autore – protagonista che, messa a nudo in modo così schietto, genuino, talvolta doloroso, mi ha definitivamente conquistata.
In “Camere separate” Tondelli racconta, attraverso il suo alter ego Leo, il protagonista, del suo tormentato tentativo di vivere in pienezza un amore, pur mantenendosi “in camere separate”, cioè sempre a debita distanza, sempre un passo indietro dal manifestarsi all’altro per quello che si è realmente, con il terrore costante che questo sentimento possa diventare indispensabile, totalizzante, accentrante. Leo teme di abbandonarsi per paura, certo, ma soprattutto per eccessiva sensibilità, per il timore inconscio di essere fagocitato da una passione che non ritiene di meritare. Il senso di colpa, infatti, così come il senso di estraneità, giocano un ruolo fondamentale nella vita e nel sentire del protagonista, omosessuale, per il quale è doppiamente difficile lasciarsi andare a un legame che a livello profondo desidera ma che vive forse con una certa angoscia; è come seil suo trasporto si accompagnasse alla colpa, non fosse realmente autentico in quanto non riconosciuto e “categorizzabile” come tale anche in società, al di fuori della propria ristretta cerchia di amici.
Credo che una scrittura che scava così a fondo, così tanto da fare quasi male, possa suggerire anche a noi qualche riflessione sui nostri timori , sulle remore e sulle scuse che spesso accampiamo quando crediamo di non meritare abbastanza. Accade quando ci chiudiamo, come il protagonista, in un mondo solo nostro, un mondo fatto di stordimenti incessanti, viaggi, peregrinazioni, bevute, o distrazioni di qualunque tipo, senza però prestare attenzione a ciò che conta davvero nella nostra vita, senza badare alle reali ferite pulsanti dentro di noi. Il rischio però è che tali ferite, se ignorate, rischino di portarci a una sorta di vera e propria cancrena emotiva.
Si tratta di un centinaio di pagine soltanto, densissime però di riflessioni e descrizioni sublimi,arricchite da una prosa curata e splendida.
"Camere separate" è caratterizzato da una straordinaria raffinatezza narrativa e dalla squisita sensibilità con cui Tondelli ha saputo, senza inutili affettazioni, far scorgere al lettore un sentire autentico, sincero, in cui è facile immedesimarsi. Per tutte queste ragioni, anche se è una lettura non facile, mi sento di consigliarla di cuore.
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Commenti
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Di te mi fido invece, segno.
Mercì
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Grazie ... Pia.