Dettagli Recensione
Imperdibile!
Questo libro mi ha chiamato dagli scaffali delle librerie per più di un anno. Attirata dalla splendida e delicata immagine di copertina e dal titolo misterioso, l'ho preso in mano una prima volta appena uscito, ma l'ho subito posato quando ho capito che un elemento della trama era la malattia.Ho perso un'alunna di 11 anni, malata di leucemia, al mio primo anno di insegnamento, non riesco a dimenticarla.
Ne ho avuto paura e l'ho posato, ma lui non mi ha dato tregua, ha continuato ad occhieggiare e sfilarmi davanti, ad ogni incursione tra i libri. Appena uscito "Cose che nessuno sa" l'ho acquistato e letto trovandolo meraviglioso. Non ho più potuto resistere e sono andata a cercare "Bianca come il latte...".
Perchè dire che è un romanzo da ragazzini, adatto solo ad adolescenti o altre amenità del genere? Io vi ho trovato certamente la freschezza dell'adolescenza ed è nata in me un'infinita nostalgia per quegli anni (ma perchè, cari lettori "adulti" dimenticare di averli avuti, come fossero una malattia, un insidioso morbillo?) , ma anche una riflessione coraggiosa e profonda sul senso della vita, sulla ricerca filosofica e spirituale dell'immanente, sui faticosi rapporti umani ad ogni età, in qualunque scenario. Con gli occhi di Leo si entra nella storia, ci si coinvolge e ci si immerge nella sua semplice quotidianità: viene quasi da prepararsi per l'interrogazione di storia o per il compito in classe di latino! Leo pensa come un sedicenne, vive le sue avventure da sedicenne e come un sedicenne che frequenta un liceo classico, come ben sa chi ha avuto l'opportunità di frequentare questo magnifico corso di studi, entra ogni giorno in contatto con bagliori di conoscenza e misteriose sirene che attirano nel gorgo della curiosità intellettuale. Ne è respinto e attirato insieme e il libro vuol essere anche un Pollicino che sbriciola le sue mollichine di curiosità per attirare in modo furbo e accattivante gli sprovveduti, teneri lettori più giovani, verso interessi più "alti". La semplicità del lessico è un valore aggiunto al testo, non un difetto.Complimenti all'autore per tutto ciò, grazie per avermi fatto trascorrere la nottata in bianco per arrivare alla fine, per avermi emozionato come non mi accadeva da tempo tra le pagine di un libro e infine per avermi fatto intravedere una possibilità di distogliere i miei figli dal calcio e da "Amici" per guidarli verso emozioni nuove e imprevedibili palpiti della mente, oltre che del cuore!