Dettagli Recensione
"Alle volte uno si crede incompleto...
...ed è soltanto giovane" (I.Calvino)
Questo romanzo di Calvino mi ha spiazzata. Meno di cento pagine dense di una storia narrata con il ritmo incalzante e il tono surreale delle fiabe, pregne però di un significato importante, tutt’altro che semplice o superficiale.
Il visconte Medardo di Terralba partecipa alle crociate contro i Turchi. Dopo molto tempo ritornerà alla terra natia, completamente sfigurato, o forse, per meglio dire, completamente “ dimezzato”. Del suo corpo, lacerato da una cannonata, è tornata infatti la sola parte destra.
In seguito al suo ritorno Medardo si macchia, inaspettatamente, di continui atti di malvagità gratuita; non sono risparmiati né l’anziano padre né la vecchia balia del visconte, fino a che il terrore va disseminandosi in tutto il circondario. Qualcosa deve essere profondamente cambiato nella natura del nobile di Terralba... Come può verificarsi un cambiamento talmente improvviso, drammatico e inspiegabile, nella natura di un uomo ritenuto " normale"….ma stiamo parlando propriamente di un uomo o forse solo di una sua parte?
Già, perché dopo qualche tempo, fa la sua comparsa un “altro” visconte, speculare e opposto al primo. Il nuovo arrivato, infatti , è un uomo di grandi mitezza e delicatezza d’animo, capace di atti di estrema generosità verso tutti. Ci si aspetterebbe, a rigor di logica, che la metà buona del visconte debba portare solo armonia e serenità nel paese, ma la goffaggine e l’intempestività del “Medardo buono” provocheranno invece tutta una serie involontariadi guai e perfino l'uccisione di alcuni gendarmi venuti a soccorrerlo.
Calvino , con un linguaggio preciso, nitido e scorrevole, costruisce un racconto sicuramente suggestivo, gradevole e giocoso, come era nelle sue intenzioni, esplicitate prima della pubblicazione. Tuttavia, a mio parere, i contenuti non sono immediatamente accessibili, almeno non lo sono stati per me.
Credo che , dietro all’immagine delle due metà che solo unite possono vivere vi sia una volontà di sottolineare l’importanza dell’uomo nella sua interezza, pur fragile, e nella sua unicità. La mania attuale di etichettare rigidamente tutto, pregi , difetti, passioni, amori e così via è riduttiva, perché siamo soggetti sempre in divenire, non catalogabili come pezzi d’inventario. Talvolta anche gli stessi pregi possono racchiudere in sé difetti e piccole imperfezioni possono accompagnarsi ad altre qualità…
Possiamo apprezzare un uomo efficientissimo e perfezionista fino all’ossessione sul lavoro, ma che ne sarà di tali qualità nella vita privata?
A mio avviso, con quest'opera importante, celata sotto l'estetica di una fiaba, l'autore ci invita riflettere sulla complessità e sulla ambivalenza della natura umana, al di là di luoghi comuni e di comode ma frettolose generalizzazioni"preconfezionate".
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Commenti
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@Robbie: grazie mille! Sì , è una trilogia ,ma i libri possono essere letti uno indipendentemente dall'altro. Se ti capita di leggerlo dimmi che ne pensi!:)
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Quando lo lessi da adolescente mi fece molto riflettere... mi ha fatto tanto piacere che tu me lo abbia ricordato...e ancora una volta mi porta a riflettere...molto...