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Fai bei sogni – Commento di Bruno Elpis
“Fai bei sogni” è l’invito che la mamma rivolge al suo bambino. E il bambino/Massimo Gramellini idealizza la figura della madre, anche perché non accetta uno dei torti più gravi che la vita gli possa arrecare: la perdita prematura della genitrice.
Ho trovato struggente il racconto dell’infanzia attraverso personaggi mutuati dalla fantasia (“Baloo era il sacerdote dei lupetti”), libri per ragazzi (I ragazzi della via Paal, Davide Copperfield – “Almeno David Copperfield aveva una zia” -, Il piccolo lord, Senza famiglia e Oliver Twist), eroi di Walt Disney (Mary Poppins) e mostri della televisione (Belfagor: “Un mostro molle e spugnoso che si alimentava delle mie paure: sfiducia, rifiuto, abbandono. Lo battezzai Belfagor, il fantasma del Louvre di un telefilm che aveva conteso a Polifemo il primato delle mie angosce infantili”).
La narrazione, e con essa l’interpretazione di una vita, scorre nel disperato tentativo di fissare qualche certezza e qualche verità: “Non essere amati è una sofferenza grande, però non la più grande. La più grande è non essere amati più.”
“… La verità, e cioè che la mamma aveva incontrato Brutto Male al ritorno da una serie di commissioni”.
“Una moglie si può sostituire, una mamma no.”
Attraverso amori, scelte studentesche e lavorative perennemente in conflitto con il senso di sconfitta e di abbandono: “… Il lavoro … mi ricordava di continuo come la mia vita fosse diventata una conseguenza inesorabile di scelte difensive.”
“Se un sogno è il tuo sogno … puoi passare la vita a nasconderlo dietro una nuvola di scetticismo, ma non riuscirai mai a liberartene”.
Fino alla rivelazione finale, rinchiusa in un cassetto e riassunta in un articolo di giornale: a significare che era imprigionata nel forziere della coscienza, forse rimossa per autodifesa.
Un romanzo toccante, scritto con tanto sentimento, un romanzo coinvolgente come può esserlo soltanto un’esperienza di vita vissuta.
Bruno Elpis
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Commenti
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Scherzo :P
Tu Bruno con questa recensione, hai dimostrato di possedere capacità di empatia, di rispetto e soprattutto di essere in grado, grazie alla tua sensibilità, di percepire le sofferenze di un'altra persona.
Hai tutta la mia stima. I miei complimenti!
Ciao, Pia.
Io, personalmente, penso che - al di là del ruolo: madre, moglie, figlio o niente di tutto questo - ogni persona sia insostituibile. Trovo anch'io infelice e dissonante la frase di Gramellini, che però ha l'attenuante di essere il protagonista di una vicenda personale dolorosa, per la quale - forse - esiste soltanto la sua verità.
@ Gracy: però non dire che anche con questo intervento ho fatto un'altra "marzullata"! :) Sai che gli autori, egocentrici come sono, adorano essere commentati con le loro stesse parole??? Io però non lo faccio per compiacerli. Lo faccio perché è il mio stile di commentare...
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