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Le variazioni Reinach
Una ricerca difficile,quella che il nostro scrittore intraprende,richiamato a dar vita e storia,da chi la vita l'ha persa nell'inferno tragico dell'Olocausto. Ed ecco,che da questa sorta di saggio,diario,romanzo,prendono piano piano corpo,i personaggi della vicenda,che non sono altro che piccoli punti inseriti in un contesto di una grande tragedia. Ecco,che si riodono le voci di Fanny e Bertrand,adolescenti ricchissimi facenti parte di una grande famiglia di banchieri,intellettuali e collezionisti,una famiglia che perdera' persino la coscienza dell'esistere,nell'immane ferita all'essere umano inferta dalla Storia. Lo scrittore si identifica con Leon,l'uomo che non vuole apparire e che dichiara " Bisogna provare tutto. Essere i primi e gli ultimi",lasciando dietro di se',solo,una Sonata per violino e pianoforte che ancora riecheggia nell'aria,anche alla fine del libro. Una melanconia pervade l'animo di chi ha perso i propri cari ed è rimasto unico testimone della storia della propria famiglia. Nel leggere il libro,si ripensa alle proprie estati bambine,in cui tutto "odorava di sole e polvere",ma cio' che è stato, resta scolpito indelebilmente dentro di noi . Una prosa a volte brillante,a descrivere l'atmosfera felice delle feste e delle passeggiate al Bois de Boulogne,a volte cupa,foriera dell'angoscia che come morsa rende incerto e poi terribile il destino di questa famiglia,a volte medidativa,nelle riflessioni dello scrittore stesso che utilizza pochissimo le virgole,quasi fosse divorato egli stesso dall'ansia e non potesse mettere pause al suo conoscere un destino che viene incontro all'esistere,quasi mai,come era stato immaginato. Un bel libro davvero,ricco anche di documenti e fotografie che fanno partecipe piu' strettamente il lettore in un coinvolgimento sentimentale ancora piu' profondo.