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Il proletariato urbano del Dopoguerra
I protagonisti di questo romanzo sono gli adolescenti delle periferie più degradate di Roma, proletari con alle spalle famiglie distrutte e disperate, che vivono in baracche malfamate e fatiscenti o ritrovi di fortuna.
Questi ragazzi non sono inseriti in nessun contesto sociale; a differenza dei loro coetanei più fortunati, non hanno una scuola o un lavoro come punto di riferimento delle loro esistenze. Loro non giocano mai. Non ne hanno voglia perchè non sono mai stati bambini, perchè non hanno mai conosciuto l'età dell'innocenza. La strada è la loro famiglia, la piccola criminalità è il loro divertimento. Passano le giornate vivendo di espedienti, come rubare oggetti comuni (tombini, copertoni di auto, alimenti) per poi rivenderli nella speranza di ricavarne un guadagno. In loro la malignità, l'arroganza verso i più deboli, le crudeltà gratuite sembrano delle caratteristiche congenite della loro natura: il Riccetto, il Lenzetta, Alduccio, il Begalone, non si rendono conto della loro condotta perchè non hanno una moralità. I loro comportamenti non sono per loro fonte di indignazione o di pentimento, perchè questa è la loro natura e non fanno nulla per cambiarla. D'altronde, la famiglia non rappresenta mai un punto di riferimento ma un luogo da cui scappare: padri violenti o ubriaconi, madri inesistenti, fratelli che entrano ed escono dalla galera, non possono rappresentare mai dei punti di riferimento. Così come la scuola, spesso descritta come una catapecchia abbandonata, non è mai in funzione e viene usata come rifugio per sfollati e delinquenti di strada.
La rabbia, la frustrazione, la miseria, la violenza gratuita e immotivata, popolano le anime di questi personaggi che non fanno nulla per migliorare la loro condizione: per gioco possono decidere di dar fuoco a uno di loro, per pochi spiccioli possono decidere di accoltellare la madre o magari di rubare all'amico più caro. Tutto è violenza e miseria...
Il linguaggio usato è il romanesco fatto di parole smozzicate ed espressioni scurrili che descrivono bene l'ambiente in cui si trovano i protagonisti del racconto. E' una lettura che genera angoscia e richiede una grande attenzione da parte del lettore. Come tutti i racconti pasoliniani, anche Ragazzi di vita è un romanzo che va dritto al cuore, senza intermediazioni, e che ti lascia un sapore amaro in boca. E' impossibile rimanere indifferenti alla scrittura di Pasolini.
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