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L'altro volto della maternità
Mi trovo di fronte a uno dei testi letterari più difficili da recensire in assoluto. Sia perché più cerchi di commentarlo nei dettagli e più avverti la sensazione di avere saltato tanti passaggi fondamentali, sia perché è davvero difficile per un uomo comprendere in profondità la sconfinata psiche dell'Universo femminile. Si può provare, ma non è detto che si riesca.
Voglio comunque provarci a tutti i costi, perché questo testo, ma soprattutto l'Essere donna presentatoci dalla Fallaci merita di essere capito.
Avete mai provato a immaginare una donna che vede la nascita del proprio figlio come una 'condanna morale al dovere' anziché come 'la gioia più grande del mondo, insieme al primo bacio ed al giorno del proprio matrimonio'? Ecco, se non vi è mai capitato di soffermarvi su una riflessione del genere, questo è il libro che fa al caso vostro.
Sì, perché solitamente una nuova vita stravolge positivamente le vite dei due genitori che si sono uniti sotto il vincolo dell'Amore - Eterno, lasciatemelo puntualizzare - e che hanno deciso di trascorrere il resto dei loro giorni l'uno accanto all'altra. Questo avviene "solitamente", perché il contesto in cui è immersa la nostra protagonista è tutt'altro che idilliaco e gioioso.
Il suo compagno (per la vita? O solo per la notte in cui l'ha messa incinta?) l'ha abbandonata, la sua amica le consiglia di abortire, il suo capo si preoccupa della sua efficienza lavorativa e la società ha già sentenziato, considerandola una ragazza-madre senza dignità e buonsenso che dovrà crescere da sola una creatura contro tutto e tutti.
Una donna-oggetto. Niente di più, niente di meno.
Tuttavia, la Fallaci non si dà per vinta e non lascia che siano gli altri ad avere l'ultima parola in questo romanzo. Ne deriva un monologo terrificante, fra etica, morale, diritto alla vita, conformismo, dolore ed eterno conflitto fra vita e morte.
E la scena finale del tribunale e della 'visione' del figlio ormai adulto è il preludio al verdetto definitivo. Che, però, leggerete e commenterete voi.
"Tu sei morto. Ora muoio anch’io. Ma non conta. Perché la vita non muore": a distanza di oltre 30 anni, un libro sempre attuale, come la vita e la morte. Entrambe inseparabili, perché l'una esclude l'altra, e l'altra conferma l'una.
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