Dettagli Recensione
Microcosmo
Ormai tutti siamo abituati a romanzi con colpi di scena quasi banali e che comunque prevediamo, e perciò questo romanzo mi ha colpito molto. Mi sono sentita circondata e toccata profondamente dall'ovattata e implicita malinconia per un finale che fin dall'inizio è noto al lettore. L'aspra critica mossa verso personaggi come Micol, che preferiscono chiudere gli occhi e nascondersi di fronte a una realtà sempre più grave e spiacevole, dovrebbe essere uno dei temi più importanti in questi anni.
L'Io narrante affronta un vero e proprio percorso di formazione, che ha inizio nell'adolescenza con il fugace incontro con Micol. Da allora il protagonista è profondamente innamorato della giovane, e la vicenda del suo innamoramento è tutta racchiusa nella sacralità del microcosmo-rifugio del giardino Finzi-Contini, che lo preserva dal trascorrere del tempo e dalla gravità degli avvenimenti che in realtà stanno per soffocare tutti i loro sentimenti e loro stessi. con il brusco rifiuto della ragazza il protagonista sembra risvegliarsi da un lungo sonno, ma il suo risveglio è molto graduale e accompagnato prima dalla figura di Giampiero Malnate, poi dalla saggezza del padre. Come questi infatti spiega al protagonista sul finire del romanzo, è proprio questa l'improvvisa e dolorosa caduta con cui bisogna aver a che fare, prima di ricominciare a vivere,questa volta realmente.E così è: dopo il dialogo con suo padre l'Io è ormai adulto e , interrotto l'idealismo irreale del giardino e di Micol, distrutto quel rifugio dalla realtà, descrive oggettivamente quella fine di cui invece il lettore aspettava una improvvisa e truce comparsa.
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Quando lo lessi nell'adolescenza, mi rimase nel cuore la figura di Micol... :)