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LUCCIOLE PER LANTERNE
Questo breve romanzo narra una storia vera all'interno di una storia inventata: si tratta dell’omicidio di una signora della cosiddetta Bologna bene (odiernamente definita la B.B.), assassinata nel palazzo del Toiano, in quel di Casalecchio di Reno, alle porte della città; per gelosia, per sbaglio o per vendetta?… questo non si sa.
La storia inventata è invece la persecuzione da parte degli inquisitori, di coloro che, dapprima attraverso la stampa, poi attraverso la messinscena dell’intera faccenda (tramite una sorta di rappresentazione teatrale svoltasi in concomitanza con le indagini), decisero di informare l’intera città dell’infausto evento che movimentò, e scandalizzò, “la dotta” nel lontano 1606.
Un misto di personaggi, alcuni realmente esistiti, altri inventati, accompagna il lettore nelle pagine di questo piccolo libricino, che attraversa le strade del capoluogo emiliano e rispolvera una lingua ormai in disuso, cosa che spesso causa alcuni problemi nella comprensione della storia, che risulta a volte confusa e di difficile comprensione nel suo filo logico.
Che abbia scambiato lucciole per lanterne? Certo mi aspettavo qualcosa di diverso, ma sebbene a volte, durante la lettura di questo libro, mi sia persa nelle strade del centro della mia città, sorpresa di vederle con occhi diversi, riconosco come faccia sempre piacere ripercorrerle in un altro tempo, in un altro spazio, quando la campagna era davvero campagna, il centro il cuore delle attività artigianali e la nostra rete fluviale, il Navile, permetteva spostamenti da una parte all'altra della città, senza nulla invidiare alle carrozze… tutto un altro mondo insomma!
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