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La piramide del caffè
 
La piramide del caffè 2013-01-20 09:55:06 LuigiDeRosa
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    20 Gennaio, 2013
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I sogni in una tazza di caffè

Landor è un piccolo paesino ungherese al confine con l'Austria
ed è nell'orfanotrofio di questa cittadina che ha vissuto fino al compimento del suo diciottesimo compleanno Imre Tòth, "Imi" per i conoscenti, "figlio di puttana" per i compagni di stanza (sapete i bambini sanno essere cattivi, amano i soprannomi che sottolineano difetti fisici o morali, Imi è bello e intelligente,ma la madre l'ha abbandonato sulla soglia dell'orfanatrofio, nel cesto un biglietto:
" i clienti si lamentano per il suo continuo pianto", da qui i bambini
hanno dedotto il mestiere della mamma di Imi).
Imi,dunque, è il protagonista di questo splendido scritto di Nicola Lecca che a me
ha fatto pensare proprio ad una fiaba , nel senso più alto del termine; sulla globalizzazione,
le grandi Corporation, l'omologazione dei gusti,del pensiero e dei sentimenti.
Imre Tòth a diciottanni lascia l'orfanotrofio,abbandona il suo porto sicuro, fatto di
bambini affamati, ma felici: Barbabàs il piscione,Arpàd l'innamorato di "Barbara Streisand",
Luci il cacciatore di rame e Fàbiàn il suicida.Lascia i caldi abbracci e i floridi seni delle "neni", zie in italiano, le inservienti dell'orfanotrofio: Berta neni,Ada neni,Otti neni e Bianka neni.
Imi sa che fuori dall'orfanotrofio il Mondo può essere infame:Georg,fratello diciottenne di Fàbiàn è finito a fare il prostituto a Budapest.Imi però ha un sogno quello di fare fortuna a Londra, così avendone l'opportunità,riesce a raggiungere la grandiosa capitale inglese.
Nella megalopoli Imi,trova ospitalità presso Lynne, cinquantaduenne insegnante di tango, innamorata della vita, che ogni anno ospita un orfano di Landor.
Con l'aiuto di Lynne, Imi viene assunto presso la filiale di Embankment della più importante catena di caffè del Regno Unito: la Proper Coffee.
Nicola Lecca,scrittore
Imre è strafelice di far parte della Proper Coffee, il ragazzino ungherese ha imparato a memoria il "Manuale del Caffè", il testo sacro redatto dal grande capo in persona, il miliardario Julian Carruthers, guida per ogni dipendente che vuole far parte di questa grande famiglia.
Imi crede ormai che la sua vita sia ad una svolta, sa far benissimo il barista , colleghi e direttore di filiale sembrano amarlo: ha finalmente una famiglia?
In realtà scoprirà che non è tutt'oro quello che luccica, Jordi il collega spagnolo gli farà capire che dietro ogni decisione di una multinazionale c'è sempre un secondo fine che non contempla esattamente la realizzazione del lavoratore. Morgan amico iraniano,commesso di una grossa libreria, gli insegnerà ad andare oltre i "Manuali"; grazie alla sua amicizia farà la conoscenza della scrittrice Premio Nobel della Letteratura Margaret Marshall, sarà l'amicizia fra questa scrittrice schiva e scontrosa che un cancro al viso ha relegato sola in un grande appartamento londinese e questo cocciuto,ingenuo e sognatore orfano ungherese a sconfiggere il colosso del Caffè ed a insegnare qualcosa di prezioso a tutti, anche a noi lettori.
Un romanzo semplice nello stile, acuto nei contenuti, non a caso i saggi filosofici di Nicola Lecca sono stati adottati dal Nexus Instituut di Tilburg e a ventisei anni è stato insignito del Premio Hemingway per la Letteratura.

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