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UN LIBRO CHE LASCIA IL SEGNO
Ho iniziato a leggere per caso questo libro, mi è stato regalato per Natale,la mia edizione è quella legata all’uscita del film, per intenderci, quella con Penelope Cruz e Emile Hirsch.
Devo dire la verità la prima cinquantina di pagine non mi ha entusiasmata, e infatti ho lascato la lettura per due o tre giorni, per poi riprenderlo in mano e da li non mi sono più staccata.
Una lettura molto interessante ma di certo non leggera, l’autrice secondo me scrive benissimo fa molte descrizione dettagliate e precise mai noiose.
Il personaggio che mi ha fatto più divertire è sicuramente Gojko con il suo linguaggio scurrile, con la sua semplicità e soprattutto con le sue poesie.
Gemma, invece, è secondo me un personaggio a tutto tondo, che soffre, lotta per amore, per avere un figlio, è impossibile non identificarsi con lei almeno una volta nel corso del libro. In alcune parti provavo tenerezza quando si sentiva inutile per il fatto di non poter avere figli e quando il suo amore la lasciò andare.
Diego non l’ho capito fino alla fine e non ho condiviso alcune scelte che ha fatto ma di certo il suo amore per Gemma è una delle poche cose che restano immutate nel corso della storia.
Un passaggio del libro che mi ha molto colpito è quando Gemma dice: “ mi volto perché sento quel vuoto. E’ un vuoto che riconosco", e poi riferendosi a Diego ha capito che" l’ho perso già da molto tempo".
Uno dei temi principali è sicuramente la Guerra in ex-Jugoslavia, la descrizione di questo episodio storico è sicuramente unica e molto commuovente.
Un colpo di scena alla fine scardina le certezze che il lettore aveva fino a quel momento, un libro che ti resta nel cuore e che non ti lascia più andare.
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