Dettagli Recensione
Un cuore tra la mafia
Siamo a Palermo, nel 1989, in una terra raffigurata come povera, degradata e fatiscente, con costumi e usanze arcaiche, superate ma assai radicate nel cuore dei siciliani, grandi amanti del proprio paese in tutte le sfaccettature, difetti e pregi.
1989: uno degli anni più duri per la Sicilia, in cui la mafia e il suo potere si fecero sentire parecchio.
Ed è proprio in questo ambiente pericoloso e corrotto che seguiamo le vicende di Marilù: nata e cresciuta Palermo, da lei tanto adorata ma che è costretta a lasciare, partendo alla volta di Londra all’età di tredici anni in seguito all’omicidio dei suoi genitori da parte di Cosa Nostra.
Cinque anni dopo torna in quella città per trovare l’assassino dei suoi e vendicarsi, e in questo modo si ritroverà, suo malgrado, a far parte di una famiglia di mafiosi: diventa l’amante di Ciccio, il figlio ubriacone, arrogante e nullafacente di un boss locale che, più che volerle bene, non fa altro che picchiarla, insultarla, cercare di violentarla e sfoggiarla davanti a tutti come un oggetto da collezione a causa della sua dirompente bellezza (più volte durante la lettura mi sono domandata come abbia fatto a scegliersi un tipo simile come boyfriend)…
Mentre si trova in mezzo a questo mondo di mafia, morte, sangue e violenza che è costretta a vivere sulla propria pelle, pur odiandolo con tutta se stessa, la protagonista si innamorerà inevitabilmente di Angelo, il cugino del suo amante, che, pur essendo uno spietato e freddo assassino seriale, è tutto l’opposto di Ciccio: un uomo molto tormentato, dotato di una sensibilità e dolcezza che preferisce occultare ma che rivelerà immediatamente al cospetto dell’innocente e fragile figura di Marilù, aiutandola in più occasioni e ricambiando il suo amore.
Oltre a questa battaglia di sangue, vendetta e amore, Marilù dovrà affrontare e subire i pettegolezzi delle bigotte donne palermitane e di famiglia, conservatrici in piena regola, che, invidiose del suo fascino e scandalizzate dal suo modo di vestire e dagli atteggiamenti tipicamente londinesi, la emargineranno per tutto il tempo, considerandola alla stregua di una sgualdrina, quasi una strega.
Questo libro è assolutamente bello quanto terribilmente imperfetto.
I due aspetti si mischiano e si equivalgono, come panna e cioccolato nella stessa tazza.
E’lo specchio dei romanzi che piacciono a me: semplici, incisivi, che vanno subito al nocciolo della questione senza dilungarsi in inutili ed eccessive descrizioni…. Eppure si percepisce spesso che manca qualcosa che potrebbe renderlo migliore (non perfetto, giammai! Sicchè la perfezione non esiste né in cielo né in terra).
“Amore nel sangue” ha il bello di contenere in sé una storia d’amore intensa, dolce e molto sofferta e una buona dose di thriller soffocata un po’dalla componente rosa ma pur sempre pregevole: le scene di sangue, sparatorie, uccisioni, complotti e tradimenti sono descritte egregiamente, e colpiscono direttamente il cuore del lettore e i colpi di scena non mancano di certo.
La scrittura di tanti dialoghi in dialetto siciliano conferisce un maggior spessore realistico alla storia e non la appesantisce.
Ho amato la scelta delle due autrici di descrivere alcune situazioni emotivamente intense in modo blando e non propriamente esplicito e minuzioso: meno sono spiegate, più vi è spazio per l’immaginazione e la liberazione della fantasia di colui che legge ed è proprio grazie a quest’artifizio che mi è rimasto tanto impresso un momento in particolare, che non dirò per non fare spoiler, e ancora adesso se ci penso mi commuovo.
Un’altra cosa che ho apprezzato molto è l’idea di rappresentare il bene e il male mai da una parte sola, ma entrambi come facce della stessa medaglia, eliminando l’idea di assoluto.
Peccato, però, che questo libro sia pieno zeppo di errori grammaticali, plurali inspiegabilmente accostati a sostantivi singolari, punteggiatura sbagliata o assente… Ebbene, questo sì che rende sgradevole la lettura.
Che il correttore di bozze della casa editrice fosse in ferie?
Inoltre certe frasi e concetti sono ripetuti tali e quali, uguali identici, talmente tante volte da far venire l’esasperazione.
Poi, sebbene la maggior parte dei personaggi sia ben caratterizzata, Marilù è un personaggio che fa proprio cadere le braccia. Non che sia odiosa, però durante tutto il libro non fa altro che piangere, fare i capricci, chiudersi a chiave nella sua stanza e restare immobile sul letto, puntare i suoi occhi verdi in quelli degli altri, sfoggiare indumenti succinti, lasciarsi spogliare e picchiare senza la minima difesa… Mi sarebbe piaciuto vederla un po’più forte, determinata e indipendente… E poi vorrebbe vendicarsi? Ok, va bene.
Sarebbe stato bello inoltre scoprire qualcosa in più del suo passato, della sua vita a Londra, il motivo perchè i suoi genitori sono stati uccisi...
Nonostante tutto, per me rimane un libro splendido che difficilmente dimenticherò e che mi ha fatto proprio sognare e vivere la vicenda in pieno.
I miei complimenti più vivi a queste due autrici che, pur bisognose di qualche miglioramento (come tutti, del resto), hanno davvero un grande talento.
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Commenti
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@gracy: questo libro l'ho richiesto alla Qredazione che me l'ha inviato :-)
E sono proprio contenta di averlo scelto :-D
Io purtroppo non concepisco e condanno i libri con errori grammaticali.
Imparare a scrivere in un italiano corretto, a mio avviso, e' assolutamente fondamentale per chiunque voglia essere uno scrittore.
Bella rece !
>____< Comunque grazie =D
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