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Le note di Venezia
La musica è l'aire iniziale che accompagna il lettore in tutto il libro; è, dunque, la musica, quella di Vivaldi, il "Prete rosso", compositore d'eccezione de "Le quattro stagioni" interpretata dalla protagonista, Cecilia che libera le note iniziali del libro. Cecilia, sin dalla nascita assidua frequentatrice di un famoso orfanatrofio non per sue colpe, il celeberrimo Ospedale della Pietà di Venezia, scrive assiduamente, nell'oscurità e senza sonno, ricordi di una infanzia fatta di solitudine e isolamento, lettere alla propria madre che non conosce e neanche riesce ad immaginare, ella non sa nulla di lei! Ma nei luoghi in cui si appresta a scrivere incontra una strana compagna, la morte o lo testa dai capelli di serpenti, così come lei la definisce, la quale le insegna e le suggerisce le nozioni e i significati della vita, i sentimenti e le atmosfere, i pensieri e i dubbi che ogni adolescente ha. Lunghi discorsi con l'insolito personaggio fanno apprendere a Cecilia la vera essenza della vita, il tutto accompagnato da riflessioni poetiche e dall'immancabile musica che le permettono di maturare e di emanciparsi dalla condizione di subalternità/asservimento in cui sempre è vissuta, odi celestiali che la protagonista assieme alle sue compagne suona per sovvenzionare il proprio orfanatrofio. Originalità, sincerità e intimismo sono le caratteristiche di questo libro, scritto con argume letterario e profondità di pensiero, in cui l'autore introduce tra le righe l'arte della musica e l'interiorità dei suoi personaggi. Sembra quasi che le parole leniscano dolcemente il dolore e sfiorino delicatamente attraverso il corpo come in un'aria musicale.
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