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Volevo i pantaloni
 
Volevo i pantaloni 2013-01-03 22:02:45 Pia Sgarbossa
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
5.0
Pia Sgarbossa Opinione inserita da Pia Sgarbossa    04 Gennaio, 2013
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E VOLEVA SEMPLICEMENTE ESSERE...UNA PERSONA.

E' Lara Cardella l'autrice ed è una ragazza che ci presenta un quadro sociale della Sicilia, a dir poco inqiuetante.
Annetta, la protagonista , vuole mettersi i pantaloni...lei, povera, abusata da piccola, maltrattata dal padre e dalla madre, lei che non ha mai ricevuto una coccola...un abbraccio...se non qualche tenera attenzione da parte della nonna paterna.... E per riuscire nel suo intento cerca varie strategie, in un paese dove, come dice suo padre, i pantaloni vengono indossati solo da " masculi e buttani".
La ragazzina non è come le sue compagne di classe e a tredici anni, sogna di amare il Re dei Cieli e non il Principe Azzurro come le sue compagne.
Lei, credendo che le monache portino i pantaloni si avvia per quella strada; quando scopre che non è vero....cambia direzione.
Decide di diventare un vero maschio , ma grazie al cugino, dopo vari modi di "emulazioni" capisce che fisicamente è impossibile poterlo essere....e cambia direzione...verso quale? Quella indicata dal padre, ovviamente, e l' unica a suo dire possibile a questo punto da inseguire...e, a suo modo, diventa "buttano"....Scoperta in fragrante, viene mandata via dalla famiglia...e si ritrova proprio nel luogo dove aveva avuto l'abuso...e anche là , la realtà è ancor peggio di quella aspettata...fino a trovare un "suo equilibrio di vita"...sarà vero?
Al termine di questo libro, la cui lettura è di circa due ore....resti perplessa e triste per questa storia...ma poi riflettendo e ripensando ad un particolare più volte ripetuto nel libro...pensi che anche Annette ha respirato, assorbito e imparato i modi di vita del suo piccolo paese e così ti par di capire che anche lei, come i suoi paesani, ha la particolare capacità di arricchire, ingigantire e ampliare in modo assurdo i fatti che accadono ... e forse, a questo punto.... non capisci più fino a che punto corrisponde a reltà...fino a che punto la realtà è stata ricamata...
...e rimango a pensare sul potere delle parole....
Posso pensare però che sicuramente certe realtà esistono, perchè non è da poco che ho imparato che la realtà, molto spesso supera l'immaginazione, pur grande che sia....
Buona lettura; mi farebbe piacere un confronto di vedute.

Pia

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
A chi desidera conoscere esperienze di vita crude.
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Commenti

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Ops...chiedo scusa...flagrante...

04 Gennaio, 2013
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Bellissimo!!!! Ricordo il film; all'epoca (siamo negli anni 90) mi era piaciuto molto... Grazie per questo bello ma drammatico flashback
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gracy
04 Gennaio, 2013
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Pia, purtroppo leggendo questa recensione non posso non intervenire e criticare il tuo punto di vista. Punto primo la signora Lara Cardella ha strumentalizzato il suo bel paese di mare Licata, tranquillo porto dell' agrigentino per fare sfogo della sua capacità di scrittrice provetta e ha trovato il giusto manager che l'ha sguinzagliata, negli anni ottanta tutte le sere nel salotto del Maurizio Costanzo Show. Per cui chi è Lara Cardella? E' una donna calcolatrice e ridicola che ti ha fatto credere dell'esistenza di un quadro sociale della Sicilia a dir poco inquietante, come dici tu, che in realtà non è mai esistito. Quando mai la pedofilia è stata appannaggio della Sicilia? E poi quella storia ridicola dei pantaloni, Licata è un paese di mare e la gente si sveste senza problemi perchè il clima è sempre mite, che tristezza che c'è ancora qualcuno nel 2013 che ci crede. Mi meraviglio che c'è ancora qualcuno che, con tutte le cose belle da leggere nel grande panorama letterario, perda il tempo a leggere libri insulsi e stupidi, frutto di una mente bacata, come questo.
Per conoscere storie di vita cruda c'è altro, molto altro, come per esempio: 3096 giorni, la vera storia di Natascha Kampusch della Bompiani.
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joshua65
04 Gennaio, 2013
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Beh, che dire? Grazie gracy, mi hai tolto le parole di bocca! La Sicilia della Cardella è quella che probabilmente vogliamo leggere, delle coppole e delle donne vestite di nero, come l'Italia della Loren, della pizza, spaghetti, mafia e mandolino, polenta, poeti, santi, marinai, ecc ecc

E in più si tratta di un libro scritto malissimo, da una scrittrice (??) pessima (provare a sfogliare l'ultimo libro). La Sicilia, purtroppo, se è brutta, lo è per tante altre cose, molto più attuali e non per la fantascienza descritta dalla Cardella.

Josh
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Pia Sgarbossa
04 Gennaio, 2013
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Gracy...ti meravigli???
E' da tanto che la vita mi ha insegnato a non meravigliarmi degli altri....caso mai, mi piace meravigliarmi di stupore per le grandezze della natura....
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Pia Sgarbossa
04 Gennaio, 2013
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Grazie LittleDorrit...
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Cristina72
04 Gennaio, 2013
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Non posso esprimermi nello specifico perché non conosco Licata e non ho letto il libro, ma dire che la pedofilia non è mai stata appannaggio della Sicilia e citare un caso di cronaca austriaco mi sembra un po' azzardato. La pedofilia, purtroppo, è dappertutto, e per quanto riguarda la Sicilia ti ricordo i poveri carusi delle miniere di zolfo... oltre a lavorare come schiavi subivano abusi sessuali dagli adulti.
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gracy
04 Gennaio, 2013
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@Cristina
ecco quella è un'altra storia, come no! Quella è storia vera e piaga allucinante, sapevi che i preti non celebravano i funerali dei minatori morti nelle miniere perchè era considerato un suicidio? Ecco dove si riduceva l'annichilimento dell'uomo e la sua follia, l'uso e l'abuso di tutto quello che più gli faceva comodo, e questa è storia vera, ma la Sicilia va ricordata per altri scempi come questi e non per le storielle da quattro soldi vomitate dalla Cardella.
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gracy
04 Gennaio, 2013
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@Pia
scusa se mi sono espressa in modo così viscerale, non ho resistito....certe cose fanno questo effetto, tu hai solo espresso il tuo parere.
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gracy
04 Gennaio, 2013
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@Cristina
c'è un museo che è la vecchia Miniera Pirrera a Sommatino (CL) che è una cruda testimonianza, con foto, storie, oggetti davvero incredibili da credere che venissero utilizzati per estrarre lo zolfo....è difficile uscire dal museo e non restarne turbati
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