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c'è spazio ancora... per un ultimo valzer...
Un mondo in cui riconoscersi felicemente tristi e una delle più sublimi storie d'amore mai raccontate, ecco cos'è l'ultima fatica di Stefano Benni.
Martin non ha avuto tutto dalla vita, ma ciò che voleva lo ha ottenuto. E ora.. ha deciso di riposarsi insieme alle sue paure, ai suoi insuccessi e al fido scudiero Ombra pronto a tener a bada gli uni e gli altri. Di tutte le ricchezze è la linea che si tira alla fine di una giornata o di un'intera vita.
Un viaggio a 360 gradi nelle gioie, nei dispiaceri, nei successi e nei rimpianti.. in 'tutte le ricchezze' che il destino ci consegna e che ci rendono unici.
E poi l'amore (quello vero) che irrompe prepotente nella vita del protagonista a cui quest'ultimo (per motivi che non starò ad elencarvi e che scoprirete) non diede sufficente spazio in giovane età, nelle vesti di una donna meravigliosa in grado di far (ancora) sognare membra e cuore, ahimè, segnati dal tempo. Benni non si risparmia in nessun passaggio e (come è solito fare) delizia il lettore pagina dopo pagina con personaggi studiati minuziosamente a cui dona un carisma e un fascino davvero superlativi. Non ho mai notato all'interno del testo, leggerezze nel tratteggio di eventi "necessariamente scelti" come secondari, tutto si incastra con leggerezza e molta, molta sostanza.
C'è dolcezza e rispetto per l'età del buon Martin, c'è sensualità ed ironia nella sinuosa figura di Michelle o - se preferite - Nasten'ka (è si.. proprio lei..), c'è di che amare e sognare un amico a quattro zampe come il piccolo Ombra. E poi.. la poesia maledetta del Catena (versi davvero molto belli), gli abitanti del bosco consiglieri e tentatori, personaggi impossibili del calibro di Armando Elvis - l'idraulico rocker - il preside Bollini o il ristoratore Amadori.
Da leggere, sì, tutto d'un fiato così come si balla un ultimo valzer.
Il passaggio:
Siamo tutti e due stanchi, e il camino si sta spegnendo, dissi. - E meglio se torni a casa, Michelle.
- Sì - disse lei.
Uscì. Quando la porta si chiuse, rividi per un attimo l'Altra, solitaria tra le due montagne innevate. Poi chiusi il mio cuore a chiave, ci riuscii.
Andai a sedermi sulla mia poltrona sfondata.
Nessun animale domestico uscì dal bosco.
Vidi però, appoggiata al muro, vicino alla luce, una falena.
Le ali erano un arabesco di bruno e grigio, un ricamo fantastico. Era ferma, come nella bacheca di un entomologo, o come in un quadro.
- Hai niente da dirmi? - chiesi.
- Tanta bellezza per un attimo solo, per una sola notte - rispose.
- Sì, sei bellissima. Non avvicinarti troppo alla luce.
- Perchè ?
- Lo sai bene. Ti brucerai. So che vivi di notte. Domani lascerò la luce spenta.
- Io non posso dire "domani" - rispose lei.
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Commenti
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Grazie della recensione :-)
Sono felice che dalla recensione traspaia ciò che in definitiva, ci legherà per sempre.
A.
sempre troppo poco.
A.
A.
Grazie a te.
A.
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