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La banda degli invisibili
Davvero gradevole questo romanzo di Bartolomei, scritto molto bene, con un buon ritmo e con qualche richiamo alla parlata romanesca che colorisce la narrazione senza stravolgerla. La penna dell’autore mette a nudo realtà talvolta scomode sul mondo degli anziani con un’ ironia garbata che rende particolarmente agile e piacevole la lettura.
“La banda degli invisibili” ha proprio il grande merito, a mio parere, di offrire un’immagine degli anziani meno stereotipata di quella che troppo spesso ci viene proposta in maniera neanche troppo velata. Non persone “invisibili”, come nel titolo, più simili a cose che a persone, ormai incapaci di intendere , di volere e soprattutto di provare emozioni, bensì signore e signori pensanti e dotati di cuore, che hanno dato e hanno da dare ancora tanto, che meriterebbero ben più attenzioni e ben più calore di quelli che spesso sono loro riservati da parenti ed amici.
Voce narrante è Angelo di Ventura, ex partigiano, ora vispo ultrasettantenne pieno di idee,di vita e tante volte anche di rabbia, il quale ci racconta la sue disavventure quotidiane vissute con tre altri amici over settanta. Piccolo cuore del loro mondo è il centro anziani, dove si ripetono le stesse identiche dinamiche che animano qualunque gruppo dai cinque ai cent’anni: le innate simpatie o antipatie, le liti per futili motivi, le amicizie inaspettate che nascono lentamente e, perché no, anche gli amori, nati in sordina e difficili da far venire alla luce, specie in un età non più verde.
Stupendi alcuni passi, dolorosamente realistici, come la gita delle pentole: venti padelle da acquistare, inchiodati su un pulmino, per potere avere accesso a un fantastico tour di un’ora scarsa ad Assisi. Realistico? Sì, purtroppo sì.
Altro capitolo che ho trovato emblematico è quello in cui Angelo e i suoi recitano per far ritrovare il sorriso a un signore, ricoverato, o meglio parcheggiato, in ospedale e lì dimenticato dai parenti e, qualche volta, anche dal personale. I quattro si atteggeranno a vecchi compagni di scuola del signor Emilio, improvvisando un surreale dialogo fatto di compiti in classe misti a ricordi bellici.
La parte finale è poi una delle meglio riuscite, divertente e con momenti francamente comici. I quattro vegliardi organizzano il “ rapimento “ dell’ex premier in modo decisamente ingegnoso e folkloristico; pagine sicuramente liberatorie per chi ha più volte storto il naso di fronte all’ennesima barzelletta del cavaliere…
Solitudine, bisogno di affetto, bisogno di sentirsi vivi, di non venire dimenticati: necessità fondamentali di una fetta consistente della nostra società. Si tratta di temi importanti che, trattati con delicatezza e, direi, con stile, fanno de “La banda degli invisibili” una lettura piacevole e arricchente, sicuramente consigliata.
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Brava e bellissima rece :-D
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