Dettagli Recensione
sfida al lettore
L’età estrema è un libro intenso e struggente: colpisce e suscita emozione. Colpisce soprattutto il controllo razionale che Luperini, con una scrittura calibratissima, con la razionalità dell’impianto diaristico e persino con l’emblematicità epocale dello scarno sistema dei personaggi, impone alla materia narrativa finendo quasi col chiudere gli spazi di libertà del lettore.
Si veda ad esempio la presentazione lucida e spietata dell’io protagonista fin dall’esordio, quando la sua dromomania è subito esplicitata nei termini clinicamente esatti di una fuga dalla propria angoscia: «mi agito. Mi muovo, mi precipito in posti lontani. Fuggo la morte, e mi accorgo di correrle incontro» (p. 12). Il lettore, colpito da tanta nitidezza, non può che prenderne atto.
Eppure questa volontà di controllo, questa urgenza di mettere le cose in chiaro non è una prevaricazione che si compie ai danni del lettore, ma un appello a lui rivolto. I commenti che cadono a piombo e le chiose che chiudono i frammenti del diario, difatti, sono anche prese di posizione nette che dovrebbero suscitarne altre in risposta. Come quando a proposito del postmodernismo si legge: «se può caderti sulla testa una bomba, è difficile pensare che il mondo è solo linguaggio, che non esistono fatti ma soltanto interpretazioni» (p.92). L’età estrema, dunque, sfida il lettore ad uscire fuori da ogni ambiguità: la sua rappresentazione del mondo, la sua ipotesi di realtà invitano alla condivisione o al rifiuto, in ogni caso alla scelta. Ed è qui che la forma del romanzo breve, con la sua razionalità esatta e impietosa, incontra il contenuto della realtà raccontata, essa stessa dolorosa, ma certamente per l’autore non opaca.
Ema