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La vita è una scommessa
“Scommetto che nessuno ci riesce a fare questo.
Scommetto che se ho sete resisto senza bere. Scommetto che se ho mal di pancia non lo dico a nessuno.”
Terzo romanzo di Remo Bassini, Lo scommettitore non è solo il racconto di un’Italia provinciale, dove meschinità e sozzerie si elevano all’ennesima potenza nel torbido mondo della politica, ma è anche una storia di ben più ampio respiro e significato.
La trama indubbiamente avvince per i richiami a una realtà che abbiamo sempre sotto gli occhi, per quegli scandali così ripetuti da non apparire con il tempo più tali, e il tutto con il ritmo di un giallo, privo tuttavia degli immancabili omicidi, in un susseguirsi di eventi a incastro, fra passato e presente, di indubbia efficacia.
Se fosse solo questo, sarebbe già un buon romanzo, uno dei tanti che si leggono, che divertono, ma che poi metti in biblioteca, abbandonati in un angolo. E invece no, Lo scommettitore, è qualche cosa di più che un semplice reportage, pur ben scritto.
Bassini sembra volerci dire che in fondo la vita è tutta una scommessa, dalla nascita fino alla morte.
Prendiamo la figura del protagonista che, smessi i panni dell’investigatore dedito, ovviamente contro compenso, a partecipare attivamente alle campagne elettorali, facendo di fatto eleggere l’uno o l’altro candidato, vuole guardare dentro se stesso e arriva al punto di provare a vivere da povero, arrangiandosi fra mille difficoltà; finisce così con l’acquisire gradualmente la simpatia del lettore, specie con quel suo desiderio di riscatto che lo porta, con i mezzi meschini sempre in precedenza utilizzati, a combattere la corruzione solo per amore, per quel sentimento che prima non riusciva a provare.
Scommette pure il direttore di giornale Cardoni, una vecchia volpe rispolverata per necessità e che si lascia avvincere dal gioco avviato dallo Scommettitore, grazie al quale una generale aria di pulizia spazzerà via un torbido ambiente di intrallazzi e di veleni.
Insomma, scommettono tutti, ma soprattutto due personaggi, che la mano di Bassini ha saputo ricamare con straordinaria abilità e tenerezza: Ornella e il figlio, due vinti, lei non più giovane, reduce da uno sfortunato matrimonio, in disagiate condizioni economiche; lui, ancora un ragazzo, ma che soffre di epilessia.
Scommettono entrambi con la vita, affrontandola con dignità, nonostante tutto.
E alla fine della lettura di questo bellissimo romanzo, mi sono trovato a scommettere pure io:
Vuoi vedere che anche il prossimo libro di Bassini sarà un successo?
Glielo auguro di tutto cuore, perché se lo merita.