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Pianoforte vendesi di Andrea Vitali - Commento di
Nel clima prenatalizio dei prossimi giorni sarà piacevole (o controindicato!) (ri)leggere questo miniromanzo (o maxiracconto) dalle sfumature fiabesche. Una ghost story nella quale Andrea Vitali mette in liquidazione un pianoforte sulle rive del lago di Como, nella Bellano che è l’anfiteatro delle sue opere.
Ambientata nella notte dell’Epifania del 1966, la storia ha per protagonista un giovanotto che pratica un’arte ben delineata: non già quella del pianista, come il titolo lascerebbe presagire, bensì quella del lestofante (pronunciasi ladro).
Il personaggio ha un profilo grottesco. E per profilo (ma quanti doppi sensi hanno le parole!) non intendo né carattere né dimensione psicologica. Intendo proprio il profilo fisico! Il giovanotto infatti ha un naso che sembra il becco adunco di un rapace ed è dotato di due lunghe mani aggraziate, che gli hanno conferito il soprannome di “pianista”.
L’atmosfera è straordinariamente agrodolce: alla malinconia tipica delle feste natalizie si sommano il clima popolare e pregno di odori di una sagra paesana minacciata dalla neve e … l’ironia dell’autore.
Come recita un detto locale, durante la notte dell’Epifania i morti tornano. Quindi ‘si manifesta’ anche l’anziana proprietaria del pianoforte, che nutre ancora alcuni desideri irrealizzati: quello di suonare lo strumento musicale che ha tanto amato nella sua vita terrena, quello di gustare un piacere che le è stato negato nell’ultima fase vissuta in ospizio. Ma, per realizzare i suoi desideri, la defunta ha bisogno di avvalersi delle mani di qualcun altro!
Il racconto è struggente e consigliato a chi vuole infierire sulla propria ipocondria prenatalizia. Forse sarebbe meglio leggerlo (in una classe, per esempio) circondati da ragazzi o giovani che possano stemperare i sentimenti di nostalgia che in questi giorni affliggono molti di noi. Primo fra tutti …
… Bruno Elpis
Sul mio sito potete leggere l’intervista che ho realizzato con l’autore. Questo il link:
http://www.brunoelpis.it/le-interviste/197-intervista-ad-andrea-vitali