Dettagli Recensione
La non comprensione
Ho conosciuto la Parrella ( letteralmente parlando) nel periodo della mia vita che abitavo a Napoli, qualcuno mi regalò il suo primo libro “Mosca più Balena”, mi fu caldeggiato, ma io mostrai una ritrosia alla sola vista, non tollerai il titolo e la sua grafica per non parlare del suo significato (ancora ad oggi per me totalmente sconosciuto!). Ad ogni buon conto fronteggiando come una guerriera Ninja contro le mie lunaticità , presi il librino e lo lessi. Ascoltatemi ( il mio deficit mentale aumentò esponenzialmente) non l'ho capita e continuo a non capirla a tutt'oggi, il suo modo di scrivere, le sue intrinseche caratteriste da scrittrice non esistono oppure se esistono sono così piccole come i neutroni (ad occhio nudo sono invisibili, e non a caso ho usato ad esempio i neutroni), è una bolla mediatica, ma che in questo mondo di pazzi ha avuto fortuna. Scrivere è un'arte, una propensione dell'animo, un'attitudine, un dono, un miracolo che ci è stato concesso al nostro concepimento. Io non sono stata fortunata, ma la Parrella è stata più sfortunata di me dato che al suo concepimento le è stato sottratto anche il buon senso. Con “Lo spazio bianco” devo ammettere che l'idea di base del racconto è stata ottima, un argomento di cui pochi hanno scritto e di cui poco si sa, da questo punto di vista mi ha arricchito molto, ma manca, come al solito, l'elemento di base: “il cacao per fare la cioccolata”.
Indicazioni utili
- sì
- no