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Uomini soli
Il romazo di Paolo Giordano si apre con l'incontro casuale di due ex colleghi il tenente Alessandro Egitto,medico, e il maresciallo Antonio Renè, entrambi sopravvissuti ad un attentato talebano quando prestavano servizio nella base militare italiana in Gulistan. I due uomini, nonostante abbiano diviso quella terribile esperienza sono freddi,distaccati, nell'anima e nel corpo, quasi a voler cacciare dalla mente i fantasmi passati e impedire che le ferite appena rimarginate si riaprano. FOB è un acronimo, sta per "forward operating base", così dai militari vengono chiamate le basi in Afghanistan, le potremmo descrivere come recinzioni di fil di ferro costruite in mezzo al niente,circondate da sabbia , montagne e odio, quello degli Afghani che dopo decenni di guerre non sanno più o non vogliono più riconoscere amici o nemici: sono tutti invasori. D'un tratto mentre stai in casa tua con tua moglie,i tuoi figli e le tue capre, ti vedi piombare in casa un manipolo di saldati che ti punta i fucili in faccia perchè sta cercando i talebani, quelli che vanno distribuendo IED , ancora un acronimo per "improvised explosive device", sono ordigni realizzati in maniera improvvisata, sono quelli che fanno saltare in aria i soldati, i bambini e la gioia di essere al mondo.
La guerra descritta da Giordano è quella che ti cambia dentro, che incide come un bisturi nelle carni,lascia ferite che non si rimargineranno più. Ciò che colpisce in questo romanzo è l'ordinarietà dei personaggi, non ci sono i rambo americani ma neanche i terroristi assetati di sangue dei film holliwoodiani, ci sono i ragazzi che s'incontrano per strada, il figlio del vicino, l'ex compagno di scuola, il fidanzato, il marito,l'autore ci "veste" delle loro paure,delle loro debolezze, del loro corpo,indossiamo una divisa ed andiamo in Afghanistan in mezzo a ciò che di più stupido mente umana possa aver partorito:la guerra.Tempo fa lessi un articolo di cronaca, un Lince era saltato in aria a causa di un ordigno improvvisato, i militari italini che erano nel blindato tutti morti, adesso so che cosa ne è stato dei loro sogni e dei loro corpi.
di Luigi De Rosa