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Ogni uomo è in potere dei suoi fantasmi. W. Blake
Nel tempo di mezzo è il periodo che va dal 1943 al 1978, il periodo che sta in mezzo ad un secolo, è un periodo storico che vede la guerra, la morte per il colera e la ripresa economica-sociale della Sardegna. E’ in questo contesto che viene narrata la storia di una famiglia che ha alle spalle tragedie dolorose e che mette in ginocchio i superstiti consci della maledizione sempre in agguato. La maledizione è la morte, il rapimento, l’odio degli uomini, la consapevolezza del proprio fallimento e la debole coscienza e arresa alla vita.
La storia inizia senza dialoghi tra i personaggi, sono i loro gesti, la natura selvaggia, la macchia mediterranea a creare i contenuti fino a quando Vincenzo Chironi non termina il suo viaggio e arriva a casa del nonno e della zia Marianna e solo allora Vincenzo prende vita e sempre nel tempo di mezzo subentrano come dolori recidivi la morte dei figli mai nati e dei sentimenti respinti per via di un disegno crudele ben definito a testimoniare che i figli non rendono più forte gli uomini, ma li indeboliscono rivelandosi abissi di paure inimmaginabili.
Marcello Fois come un pittore spennella qua e la i colori con uno stile unico e “ineluttabile” e che per un caso fortuito, dalle tante nuance utilizzate, da vita a un affresco originale dai contorni ben delineati sulle sofferenze degli uomini del nostro tempo.
“Il dolore del mondo ora è una donna assopita, intorno a lei la quiete assoluta nel lutto bianchissimo della terra. Lo stupore dei rami che devono saggiare la loro resistenza. L’oscurità tombale del seme che anela alla luce tramite il germoglio. E’ una compieta dimessa, quasi una preghiera sussurrata, questa liturgia del dolore rifiutato…”
…semplicemente poesia…
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Commenti
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L'ultima parte, credo che poche parole e succinte come le aveva usate all'inizio sarebbero state più che bastevoli.
@Petra
é un libro che merita!
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