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Il tempo dell'innocenza
Io non so perché continuo a leggere Raul, subito dopo aver finito un suo libro sto male, sto male perché è diretto, perché non utilizza personaggi simpatici nelle sue storie, perché c’è sempre il lato oscuro delle persone che prende il sopravvento sulle persone belle, in questo caso rimango stupito da Marianna, dolce sorella, donna combattiva ed anello debole di una catena che sembrerebbe semplice e scontata, invece no è più ingarbugliata del solito, perché è il modo di come racconta l’autore, così “post-noir” che mette angoscia e fa salire l’adrenalina con molta delicatezza.
C’è un trio di adolescenti che vanno al liceo assieme, due di loro si spartiscono una ragazza nello stesso letto deliziandosi la prima volta con quel gusto dolce-amaro che non scorderanno più, il terzo sembra molto viziato, il trio di apparenti amici finisce col fare a pugni con una brutta realtà e che li porterà a fare i conti con un futuro che ormai era segnato da un forte presagio, le "rune" lo avevano predetto.
Chi fa i conti con il passato, chi si scontra con il presente in una Milano grigia e pedante è
Damiano, un uomo che fa i conti con quel passato che non passa mai e che si rovescia maledettamente nel suo presente, assieme alle sue riflessioni sul mondo parallelo dei social network, della realtà ormai sovrapponibile a un mondo più appagante che rende più accettabile e godibile la vita degli uomini e intanto lui stanco di sentirsi colpevole attende con sollievo il tempo di essere innocente….se sarà possibile.
“Certe persone sono infelici in modo interessante; altre, poco o niente”..per parafrasare Tolstoj…...
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:-D
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