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Dicotomia perfetta
In questo racconto lungo, in cui si intrecciano realismo ed espressionismo, si ritrovano i tratti del grande romanzo del ‘900. Torna l’impegno di una letteratura che vuole incidere sulla realtà. Le frasi brevi e ben meditate, la prosa essenziale, i rari commenti del protagonista, lasciano spazio alla riflessione del lettore, costretto a ripensare ogni singola frase e a diventare partecipe della narrazione. Bellissime le descrizioni dei sogni, implacabile il giudizio sul nostro mondo.
Ambiguo il rapporto tra le donne e il protagonista. Le due donne amate nel romanzo sono infatti fredde, improbabili, prive di valori. La prima riflette una profonda ipocrisia di vedute, accetta di avere una storia con il protagonista, ma non di renderla pubblica. Teme il giudizio altrui. Si vergogna dell’età di lui e con freddo calcolo rifiuta l’idea di un possibile svolgimento della storia d’amore che, a suo avviso, non porterebbe a nulla. I sentimenti restano in sordina, divengono insignificanti in un mondo da cui è scomparso ogni senso. Non migliore è Claudine. In lei si esprime una razionalità estrema, che si estrinseca in modo meccanico. Il suo è un individualismo esasperato, portato all’estremo limite. Claudine vive per sé stessa, si concede raramente, se ne infischia delle reazioni degli altri, decide per tutti e non tiene assolutamente conto dei sentimenti altrui. Difficile trovare una donna tanto egoista, algida e abulica. L’incoscio del protagonista, che cerca in lei una via di uscita, seppure momentanea, alla sua situazione di angoscia, determinata dalla vecchiaia e dall'impossibilita di intervenire sul mondo, la trasforma, però, totalmente, attribuendole caratteristiche positive: è nel sogno che l’amata ritrova una dimensione umana, riacquista spessore, diviene dolce, accogliente, materna. La dicotomia tra realtà e sogno è perfetta. In questo rapporto ambiguo è l’inconscio a farla da padrone, a costruire l’immagine di una donna che in realtà non esiste. Il complesso rapporto dello stesso autore con la realtà femminile è del resto ben delineato anche nel suo primo romanzo autobiografico "I salici sono piante acquatiche". Gli altri personaggi del romanzo sono appena appena abbozzati e fanno da cornice al devastante quadro di una civiltà ormai giunta al suo epigono.
È un libro che farà orrore a chi ama Moccia e Melissa D, ma chi ancora cerca una lettura impegnata e bei libri non resterà certo deluso.
In un Italia in cui tutti sono convinti di saper scrivere, finalmente qualcuno che sa scrivere. Non è poco.