Dettagli Recensione
urlo silenzioso
Decisamente introspettivo, riflessioni di una donna , teologa – la stessa autrice e’ laureata in filosofia e teologia - , che cerca nella propria fede, nella propria conoscenza delle Scritture una soluzione, una risposta alle mancanze della vita.
Se l’idea di creare un connubio di mistico e vissuto mi intrigava, se le frasi degne di sottolineatura non mancano, non posso negare che l’aspetto prettamente teologico – seppur confezionato in maniera molto semplice, abbordabile da un pubblico non specializzato in materia – e’ ampiamente diffuso nella narrazione, pare sia l’argomento preponderante.
In un rincorrersi di patologie debilitanti e di abbandono, anche quando la vita pare dare una tregua resta la paura, l'angoscia per cio' che potrebbe accadere. L'apoteosi dell'amore per un figlio sconfina nel terrore di vederlo sofferente, velando di scuro anche i momenti di luce. Depressione forse,si cerca una via di uscita in Dio.
La storia di Ildegarda e’ triste, molto triste, il clima e’ buio e tremendamente malinconico, per tutta la durata del libro ho avuto quella sensazione che si ha negli incubi, quando vorresti gridare ma la voce non esce, un urlo buio nella cavita’ spalancata e afona della tua bocca.
Probabilmente colta impreparata al contenuto, ritengo sia un romanzo da leggere predisposti a questo tipo di lettura, ad una lunga argomentazione teologica.
Buona lettura.
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