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L'acustica perfetta
 
L'acustica perfetta 2012-11-03 13:42:24 luca ferri
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Opinione inserita da luca ferri    03 Novembre, 2012

Una romanzo d'amore che si tinge di giallo

"Quand'è che sei diventata così Sara?
Quando l'ho conosciuta era diversa. Somigliava a un gatto, a suo agio in ogni momento e fedele solo a se stessa. Faceva e diceva sempre quel che voleva, era serena e soddisfatta. Dava pace starle accanto, come guardare il fuoco.
Adesso è come un cormorano: la scorgi galleggiante inquieta tra le onde, il lungo collo nervoso, e poi - splash - improvvisamente si immerge e non sai dove riemergerà."
Un commento al libro di Daria Bignardi non può che cominciare dalla quarta di copertina e da questa splendida riflessione di Arno.
"Non riaffiora mai dove ti aspetti, e se la incontri mentre nuota sott'acqua ti spaventa. Una volta mi è capitato di sfiorare un cormorano che nuotava velocissimo: un incontro inquietante. Se fuori sembrava una creatura fragile ed elegante, sott'acqua mi aveva dato l'impressione di essere aggressivo, rapace. Mi aveva guardato cattivo, con gli occhietti duri.
Avrei paura di incrociare la vita sottomarina di Sara. Per questo evito di guardare la sua posta e i suoi messaggi. Le poche volte che è successo, avrei preferito non averlo fatto."
Non siamo ancora a pagina 20 quando queste parole, che ti trasmettono ansia e inquietudine e ti gettano senza rete nei meandri di questa complicata storia d'amore, fanno capire che "L' Acustica Perfetta" non sarà una passeggiata di salute fra romanticismo e coccole, ma piuttosto una vera e propria indagine, a 360 gradi, sul modo diverso di vivere il dolore, sui segreti di coppia spesso mai esplorati per il quieto vivere, sull'equilibrio apparente di tanti amori, in cui la crisi è dietro l'angolo e sembra continuamente di muoversi dentro a una cristalleria.
"Sara ha sempre amato la natura, è l'unica cosa in cui non è cambiata, ma nel tempo ho capito che il suo è un amore ossessivo, estremo. Come se nei tramonti, nei cieli, tra le nuvole, cercasse l'assoluto che gli umani non potevano darle. Allora non me ne rendevo conto, ma Sara è sempre stata ostinatamente alla ricerca di qualcosa, come se la vita da sola non le bastasse."
E qui capisci già che, dietro al racconto in prima persona di Arno, emozionante e pieno d'amore, appassionante e avvincente come un giallo investigativo, ma al tempo stesso crudo e difficile da digerire come ogni cosa che scava anche dentro al tuo vissuto, c'è la storia parallela, inizialmente più nascosta ma, con lo scorrere delle pagine, violenta ed esplosiva, di una donna fragile e inquieta, che per 42 anni è andata invano alla ricerca di un equilibrio che forse, per essere trovato, necessitava di un gesto estremo.
La trama, in due parole.
Arno e Sara, lui 15 anni, lei 13, si conoscono al mare e si piacciono.
Per Arno, quella ragazzina, ribelle e bellissima, rappresenterà fin dal primo giorno l'amore della vita.
Sara dimostra invece i suoi tormenti da subito, lasciandolo, quasi senza motivo, con la sola frase "Mi piaccioni gli amori infelici".
Da quel momento passano 16 anni e solo un incontro casuale fa di nuovo incrociare le strade di Arno e Sara.
Come se fosse un destino scritto, il tempo sembra non esser mai passato e si amano nuovamente, si sposano e fanno 3 figli.
13 anni dopo Arno si sveglia una mattina e trova solo un bigliettino: "Arno, devo partire. Sai quando devi fare una cosa per forza? Ho bisogno di stare da sola, di andare a caso, di uscire dalla gabbia che mi sono costruita. Non ti dico dove vado nè quando torno perchè non lo so. Pensa tu a cosa dire ai bambini.
Ciao, S."
Siamo a pagina 61 e questo, da un certo punto di vista, è il vero inizio del libro.
Abbiamo conosciuto i protagonisti, sappiamo già del grande amore, ormai trentennale perchè mai interrotto nonostante il distacco, di Arno per Sara e sappiamo della difficoltà di arginare il carattere inquieto di Sara dentro qualsiasi recinto, fosse anche dorato.
Ed è qui che il libro inizia a spiazzarti e ti coinvolge al punto da non riuscire più a staccare la spina dalle pagine, che vorresti divorare.
Perchè cominci a pensare ad eventuali analogie con le tue storie passate e recenti, ti chiedi come reagiresti al posto di Arno e vivi, immedesimandoti completamente, il suo crescente sconforto di fronte a un fatto così imprevedibile e devastante.
E l'indagine da cuore in gola di Arno, il suo scavare senza più fermarsi nel misterioso passato di Sara, a costo di trovarsi di fronte alle scoperte più angoscianti, quelle su cui, forse per paura, aveva preferito non indagare nei 13 anni di vita insieme, ti toglie il respiro, come nel più intricato dei libri gialli.
I problemi di Sara, il non aver realizzato i sogni giovanili, le cattive compagnie, la grande disgrazia nascosta a tutti, le bugie sulla sua famiglia, le continue ansie di vivere affogate nell'amore per i figli, il bisogno di fuggire, tutti i misteri svelati nel corso dell'indagine di Arno sul suo passato, sono sufficienti a spiegare il perchè di un distacco così improvviso e doloroso dalla famiglia?
Non ci sarà forse qualcosa da approfondire anche nella psicologia di Arno e nella sua apparente perfezione di uomo fedele e innamorato come il primo giorno?
Forse la sparizione improvvisa di Sara non era stato un fulmine a ciel sereno.
E anche il momento in cui Arno, la mattina della scomparsa di Sara, scorge il fatidico bigliettino di addio, dimostra che c'erano già dei segnali, bastava saperli leggere.
"....Mi avrai scritto un'altra delle tue lettere dolenti e chilometriche, era un pò che non lo facevi.
Non muoio dalla voglia di leggerla: sono anni che scrivi le solite cose, non vere, che mi descrivi in un modo in cui non mi riconosco, che pretendi di sapere quello che penso e sento, ma il più delle volte sbagli. Lascerò che ti sfoghi. Parli da sola, ormai. Fammi pisciare, almeno, prima di leggerla."
Quel fammi pisciare prima di leggerla è per certi versi devastante.
Finito il primo attimo di superficialità e resosi conto della gravità della situazione, Arno deve capire perchè la moglie non gli ha quasi mai detto la verità, nascondendo pensieri e fatti importantissimi, e non si è mai fidata completamente di lui nonostante 13 anni di vita insieme e tre bellissimi figli.
Ma lui ha mai cercato veramente di conoscere la moglie? Di capire se stava soffrendo e perchè? Di rendersi conto se la loro vita insieme le consentiva di esprimere se stessa e di non sentirsi ingabbiata?
Un biglietto trovato da Arno pochi giorni dopo la scomparsa, che Sara aveva tenuto nascosto per 7 lunghi anni, sarà l'inizio di un dolore ancora più grande, ma anche un maggiore impulso a cominciare le indagini, che toccheranno i genitori di lui e il padre di lei, il migliore amico di Arno, un'amica di Sara, da lei frequentata nei 16 anni in cui erano stati lontani, un vecchio amore di Sara, e una donna che si rivelerà poi decisiva nell'evolversi dei fatti.
"...mi sono reso conto di non averla mai ascoltata nè osservata bene, proprio come diceva lei.
Quasi quasi, l'ascolto e la vedo meglio ora che non c'è.
......Quando mi dicevi che sono egoista mi ribellavo. Io ti ho voluta più di ogni altra donna al mondo. Non c'è mai stata un'altra nella mia vita, oltre a te..... Mi hai rimproverato di averti idealizzata, di averti messa su un piedistallo piuttosto che fare la fatica di conoscerti e di amarti per come eri davvero, non per come io pensavo o volevo che fossi. Non ho mai capito cosa mi stavi dicendo....Ero ferito, deluso e irritato dal fatto che non ti fidassi di me, che mi chiedessi qualcosa che non capivo. Mi sembrava che non avrei potuto amarti più di quanto facevo.
Mi sto rendendo conto che forse mi chiedevi solo di guardarti."
Come si fa a non immedesimarsi nei pensieri di Arno, di una persona che a 44 anni accetta di rimettere in gioco tutto per capire cosa può esser successo alla donna che ha sempre amato e si butta a capofitto in una ricerca che potrebbe distruggere la sua vita?
Ma questo è solo apparentemente il libro di Arno, che pure racconta sempre in prima persona.
In realtà è la storia di Sara, che è presente, con tutte le sue ansie e i suoi problemi irrisolti, dalla prima all'ultima pagina, per ricordarci che amare va molto al di là della quotidianità e comporta un impegno totale difficilissimo da raggiungere.
Amare Sara, come amare una qualsiasi altra persona, vuol dire prendersi tutto il "pacchetto", che va sempre scartato, anche a rischio di trovarci brutte sorprese.
L'ultimo stralcio del libro era a pagina 100, esattamente a metà.
Ora inizia la ricerca nel passato, una sorta di giallo che non ti aspetti e un finale bellissimo, imprevedibile e strappalacrime.
Che dire, se non che questo splendido libro riesce continuamente a sorprenderti e spiazzarti?
Parla dalla prima all'ultima pagina di vita vera e di sofferenze reali, lo puoi leggere e interpretare in tantissimi modi, ti offre mille spunti e potresti trascorrere intere serate a discutere su cosa è giusto o sbagliato da parte di Arno e Sara, perchè la loro storia non è così diversa da quello che ciascuno di noi può aver vissuto.
Complimenti, l'Acustica è stata davvero Perfetta.

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zia
03 Gennaio, 2013
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L'ho appena finito di leggere e subito mi sono chiesta come poteva "sentirlo" un uomo.
E' un romanzo scritto da una donna, ma da donna, mi sembrava di leggere i pensieri e le riflessioni di un uomo...
Forse è quello che pensiamo noi donne degli uomini? Oppure daria è riuscita a raccontare con semplicità cosa passa nella testa di un uomo innamorato si', ma dell'idea dell'amore.
Da quello che scrivi avverto un'empatia nuova, che non mi sarei immaginata in un uomo che legge di un rapporto di coppia dove l'incomunicabilità nasce, non dalla mancanza di sensibilità del protagonista, ma dalla sua "cecità", purtroppo tipica della maggior parte dei maschi.
Non fraintendermi, non voglio sparare a zero su tutti i maschi, ma spesso mi trovo a discutere delle diverse sensibilità, intendo maschili e femminili, che ci inducono alla sofferenza, portandoci ad un isolamento che ci avvita in noi stessi, impedendoci di amarci come vorremmo, perchè incapaci di "sentirci" profondament, e di fidarci l'uno dell'altro. E' bello sentirti affermare che questo romanzo potrebbe essere lo spunto di tante riflessioni e discussioni, perchè racconta di senmtimenti che ognuno di noi può aver vissuto, ma quanti sono capaci di mettersi in discussione senza offendersi e chiudersi in..." sono anni che scrivi le solite cose, non vere, che mi descrivi in un modo in cui non mi riconosco, che pretendi di sapere quello che penso e sento, ma il più delle volte sbagli. Lascerò che ti sfoghi. Parli da sola, ormai" ?
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