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Signora Madre, Madre di Dio
La maternità rinnegata restituisce la vita attraverso la musica, che è preghiera. Nella solitudine di Cecilia si riflettono i temi esistenziali della morte, dell'amore, della preghiera, della musica che esprime l'ineffabile, oltre il silenzio, oltre i fantasmi della mente. La parola non basta, rimane in gola, anche se frettolosamente trasformata in lettere dirette a chi non potrà mai leggerle....e si trasforma in musica. Don Antonio Vivaldi trasforma la vita in musica, talora anche la morte...ciò che darà la forza a Cecilia di ritrovare se stessa in un mondo non più popolato dai fantasmi ma dalla cruda identità di ciò che è reale. Questo percorso di vita si compie con l'aiuto silenzioso della Madre di Dio, che per Cecilia è dolce rifugio dall'angoscia, Madre del Dolore, che ben conosce il patire...Stabat Mater...accanto all'umanità consegnatagli dal Figlio....
" ...siete talmente importante che vi metto dappertutto....Dovunque c'è posto voi lo occupate...Siete come l'aria..." (pag. 42)
"...queste lettere...sembrano un abbraccio che si sporge dalla finestra su un cortile vuoto..."(pag. 43)
"...i bambini sono la paura di morire che fugge via dai nostri corpi mortali..." (pag. 46)
"Vorresti che tua madre si prendesse cura della tua morte?" "Si" "Lo ha già fatto mettendoti al mondo" (pag. 35)
" Vedi che vuoi bene alla Madre di Dio...è questo che conta...Volere. Volere bene, non riceverlo. Amare, non essere amati....è molto più disincantato amare che essere amati. Non aspettarsi niente da nessuno..." (pag. 98)
Un'occasione per riascoltare le Quattro Stagioni, Giuditta Trionfante, il racconto di Giuditta ed Oloferne, l'opera del Caravaggio.