Dettagli Recensione
La storia che conduce alla pazzia
Un racconto, una storia, anzi due!
Una passione che si intreccia con una vita, con un'epoca storica, con un'ossessione.
Dove finisce il territorio della giustizia nella vita un soldato? Quale sottile linea separa la gloria e l'eroismo dei vincitori dalla condanna dei vinti ad essere "criminali di guerra"?
Può una lingua antica possedere nella sua grammatica dei segni che possano portare a leggere gli eventi ed i destini?
Una storia affascinante e di molteplici letture quella che ci propone il bravissimo De Luca, un racconto di 88 pagine che ci cattura e ci fa riflettere sulla guerra, sulle sue bugie e sulle sue "mezze verità", sul fatto che la storia in fondo la scrivono i vincitori e che ai vinti resta solo uno spettro, un pensiero che dall'oggi al domani passa da giustizia ad atroce crimine!
Un libro che con semplicità e a tratti leggerezza ci fa entrare nella complessa psiche umana, che ci fa riflettere su eventi passati attraverso un bellissimo "scontro generazionale" tra padre e figlia che coinvolge lo scrittore in un "ballo a tre", un insieme di passi e pensieri che porteranno il lettore a vedere la storia da diversi punti di vista con i vari pro ed i molteplici contro.
Se uno dei quesiti scritti sopra può avervi interessato, se la voglia di vedere il passato con gli occhi e con i pensieri di chi ne è stato protagonista vi affascina, allora questa storia non può mancare nelle vostre librerie!
Una storia che è un libro, un libro che è la storia!
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Commenti
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So che il paragone è poco proporzionale ma, il concetto credo sia questo!
Il messaggio che lancia De Luca è più profondo ed introspettivo, non so se lo hai letto questo libro ma, non mi pare una chiave di lettura corretta. Anzi, il soldato vede nei testi Sacri un destino giá scritto, un male che si poteva e doveva evitare!
E comunque la storia non ha mai giudicato i vincitori: ripeto l'esempio dei partigiani..hanno vinto e liberato dal Fascismo la Nazione ma, tra loro vi erano parecchi criminali, ladri ed assassini! E questo è solo un esempio! Nella mia cittá c'è una piazza intitolata al Generale Cadorna, grande stratega militare, ma pur sempre una persona che, eseguendo ordini, ha sancito la vita di molti innocenti. E se avesse perso? Prova a fare il ragionamento contrario: un criminale che ha decretato le sorti di numerosi soldati e civili! Un criminale! No?
Comunque l'Italia è stata liberata dagli angloamericani, i partigiani hanno solo supportato le azioni militari.
Non ho letto il libro, ma frasi come questa lasciano pochi dubbi sul retropensiero dell'autore:
"Noi quegli ordini li abbiamo smontati e rimontati come si fa con le armi. Li abbiamo oliati e lubrificati perché non si inceppassero. Li abbiamo eseguiti con l'efficienza dell'entusiasmo. La nostra colpa è più imperdonabile: è la sconfitta". C'è poco da riflettere, questa è pura faccia tosta.
Guarda che leggendo a stralci non ci si fa un'idea!!!
Forse mi sono spiegato male, boh, a me non pare ma, il tuo commento non mi pare calzante.
Anche la frase che hai citato tu, nel contesto del libro ha un significato meno forte e si sposa perfettamente con le dinamiche di esso, senza giudicare il bene o il male o schierarsi.
Basta! E' ora di smetterla di leggere la storia con i paraocchi, non è facciatosta, è chiave di lettura, è staccarsi dai vinti per delineare la storia vera, fatta di guerre e con le guerre dolori e delitti, dei quali vengono rimarcati solo quelli dei vinti mai dei vittoriosi. Esempio: sai i nomi di alcuni campi di concentramento tedeschi? Sììì...Aushwitz, Birkenau, Dacau..e ne potrei citaretanti altri ma, di campi di sterminio di lavoro e sterminio americano per i giapponesi sul territorio statunitensi conosci? Immagino pochi e sai perchè? Perchè la storia la scrivono i vincitori!
Il libro non l'ho letto e non lo leggerò, non mi interessano le "riflessioni" di uno che è stato responsabile del servizio d'ordine di Lotta Continua e ancora oggi, povero vinto, chiama sfacciatamente "rivoluzione" il terrorismo.
Di De Luca ho letto solo un libro, non mi ha trasmesso alcuna emozione e non ho voglia di conoscerlo meglio. Tra l'altro, faccio volentieri a meno dei cattivi maestri.
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