Dettagli Recensione

 
Il tempo tagliato
 
Il tempo tagliato 2012-10-08 08:38:59 Anna Maria Fabiano
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Opinione inserita da Anna Maria Fabiano    08 Ottobre, 2012

Libro potente. Femminile ma non femmineo

Fuggire. Da una vita indossata come un abito troppo elegante che ci ha costretto a recitare su un palcoscenico quotidiano. Da un repertorio, musicale e non, che forse non era il nostro e lo è diventato per un amore che era troppo forte per essere tale e si era fatto Amore, tingendosi di disamore. Da una gabbia senza sbarre, fatta di assunzione di ruoli troppo "pesanti" per spalle deboli e precarie. Da una teoria di atroci sensi di colpa senza volto, che ti portano a pensare di essere sempre responsabile di qualunque cosa accada fuori dal tuo controllo. Viaggio. Verso una meta non segnata sulla mappa, verso le nuvole che si fanno sempre più minacciose, verso la pioggia che travolge e la furia degli elementi, chiamati in causa a presenziare al disordine di un'anima che si sta ricomponendo dalle sue stesse macerie. Il romanzo di Silvia Longo non è la storia minimalista di una donna infelice, come sono infelici centinaia di donne che si sono solo rassegnate alla impossibilità di avere un ruolo proprio. O meglio lo è in parte. O forse solo apparentemente. Perché il ‘non detto’, che misteriosamente si forma nella coscienza consapevole del lettore, a volte è persino maggiore del ‘detto’. Pochi personaggi, pennellate d'artista però, che sa come tratteggiare brevemente la sostanza umane, la sostanza del cuore, il cuore dell'anima. Viole troneggia: in fondo è il suo riscatto, questo, è la sua possibilità, è la sua Strada, che le appartiene di diritto e alla quale si è negata da troppo tempo. Piacevole "spalla" Mauro, intriso anche lui di musica e di ritmo, nonché di piccoli drammi irrisolti: mescolarsi a Viola e, ascoltandola, ricostruirsi una sua nuova proiezione, essere l'àncora di salvezza nel naufragio, ma solo a patto dell’accettazione di un confronto potente con il “direttore d'orchestra”, la cui statura, personalità e forza - fatta di dipendenza e debolezza – vanno oltre la morte, e richiedono la nevrotica distruzione dell’orologio per potere in qualche modo regredire. Vittoria. Un nome non scelto a caso. Vittoria è la sublime potenza della maternità. Vittoria è l’onnipotenza che fa di una femmina una Donna. Vittoria è la sintesi di forza e debolezza, quella sintesi che è conditio sine qua non perché si arrivi alla meta, che in un circolo non vizioso ma naturale, è il punto di partenza. Libro potente, femminile ma non femmineo, adatto a palati fini che sanno intendere andando oltre, e spaziare nella forza travolgente di una cultura multiforme, espressa in uno stile decisamente superiore.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
40
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il mio assassino
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.3 (3)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.1 (3)
La prova della mia innocenza
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Di bestia in bestia
I qui presenti
La vita a volte capita
Errore 404
La stagione bella
Dimmi di te
Fumana
Nina sull'argine
Liberata
Un millimetro di meraviglia
Nannina
La neve in fondo al mare
Chiudi gli occhi, Nina
Magnifico e tremendo stava l'amore
Dove la luce
Il nostro grande niente