Dettagli Recensione
Io non mi muovo ma...
...cara Mazzantini, che ne diresti di emozionarmi di più?
Premetto che questo è il mio primo incontro con l'autrice, che ho deciso di conoscere dato la sua notevole fama.
Ho iniziato con 'Non ti muovere', una lettura diversa da ciò che mi aspettavo ma a suo modo gradevole.
Angela scivola dal motorino ed è grave, la corsa in ospedale, deve essere operata. In quello stesso ospedale dove lavora Timoteo, suo padre. Il dolore è tanto per Timoteo. Il dolore nel vedere sua figlia morire, la sua incapacità di starle vicino. E l'ombra di un retroscena passato, buio, una menzogna che non ha necessità di essere svelata, ma che inizia a pesare troppo.
Una lettura coinvolgente, capace di incollare alle pagine. L'ho finito in breve tempo, mi ha trascinata grazie ad una storia intensa e diretta.
Detto ciò vi domanderete come mai non ho dato il massimo dei voti, perciò voglio puntualizzare una cosa: le caratteristiche sopraelencate per me non sono (state) sufficienti a farmelo apprezzare appieno.
Partiamo dallo stile: distinto, lessicalmente ricco, richiede un certo impegno per goderlo totalmente, cosa che io non ho fatto poiché spesso l'ho trovato poco scorrevole, con un linguaggio non idoneo al personaggio (cioè Timoteo, è lui che racconta tutte le vicende).
Per carità, il nostro medico è sicuramente una persona coltissima, ma i monologhi interiori con certe parole, metafore, rimandi quasi filosofici alla lunga è piuttosto noioso, stancante, certe cose poi non riuscivo neanche capirle perché si spaziava da una cosa all'altra senza concludere mai niente per bene, un disorientamento costante che ha reso il tutto troppo irreale per farmelo apprezzare.
Sarà per questo che non mi ha emozionata granché.
Per quanto riguarda i contenuti, si hanno passi di calma piatta e situazioni più interessanti, ma nulla di molto 'vicino', sempre sulla stessa lunghezza d'onda, sempre con un certo distacco.
Io non sono riuscita percepire il dolore di Timoteo, né il suo grande Amore per Italia (ma forse è colpa mia: amor non lo può intendere chi non lo prova...), né molti suoi comportamenti che mi sono parsi semplicemente insensati.
Troppe cose accennate da una parte, troppo poche in altre, troppe immaginate e troppo poche ben delineate. E poi i continui salti temporali, i continui salti di luoghi, situazioni, una volta con la moglie, una volta dall'amante, una volta con l'amico... è un'alternarsi di balzi che mi hanno fatto perdere spesso il filo.
Capisco che si tratta pur sempre di un discorso con se stessi e per se stessi, intimo, Timoteo parla di se anche se vorrebbe parlare alla figlia... ma questo esclude un coinvolgimento emotivo del lettore? Io non lo so, questo non è il genere che di solito leggo, e non so se ho sbagliato prospettiva o cos'altro.
In definitiva è stata una lettura particolare, che si fa leggere volentieri, ma mi è parsa altresì inconcludente, 'astratta', mi ha lasciata spaesata. Insipida. Una cosa da vedere, ma che non si può toccare.
Comunque la consiglio se conoscete l'autrice o se leggete abitualmente questo genere di romanzi.
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Commenti
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Se hai apprezzato il film sappi che, almeno per me, il libro è mille volte meglio.
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