Dettagli Recensione
Extrema ratio
Scrittura serrata, quella del secondo romanzo di Luperini, in forma di racconto lungo.
Piena di incessante procedere e regredire, di inquietudini e di ombre. Di lettura scorrevole e, ben si nota, con estrema attenzione ai particolari. Ogni espressione, ogni singola parola, appare levigata e scelta con cura. Uno stile innovativo il suo, denso di potenzialità espressive, di tensione narrativa, con squarci di vitalità profonda e di passione, di pelle.
La forma diaristica tratteggia a tutto tondo il protagonista mentre rari altri personaggi emergono: l'amico Robert, tratteggiato con delicatezza e poche figure femminili. Oltre a Claudine, sensuale e luminosa, la figlia Serena, umanamente ostile e una misteriosa bruna. Volutamente appiattite invece le altre figure maschili, in primis il marito Giorgio. Intorno un ambiente futuribile e minaccioso tra luci al neon e sirene di allarme.
Nessuna concessione quindi.
Lo spunto è dato dalla fine di un mondo, quello novecentesco, tra i cui detriti il protagonista
annaspa in un prossimo futuro, pure cercando ancora, in alcuni rari momenti, un fragile contatto d'amore, di amicizia, di vicinanza. Una donna che va per la sua strada e, solo talvolta, si concede.
Una rete fatta di istanti, di casuali incontri, di emozioni vissute tra immagini di morte
e di putrefazione. Pure permane un residuo tentativo di resistenza, magari come quella,
la sola ipotizzabile, degli scarafaggi. Da leggere con piacere e con attenzione.