Dettagli Recensione
Dal Limbo non si esce?
Ho amato molto "Un giorno perfetto" della Mazzucco. C'era cruda realtà, dolore autentico e magistralmente raccontato sul disastroso finale di un progetto famigliare. Soprattutto l'ho trovato vero. Limbo invece mi ha lasciato in bocca un sapore indefinibile, una tristezza che non punge ma aleggia come malinconia.Ci sono tracce di verità ma a volte si avvicina all'orlo della fiction. Troppa carne al fuoco forse e la guerra finisce solo per fare da sfondo al tutto. Il personaggio di Manuela non mi è mai apparso credibile al 100 % nelle vesti di soldato. Mattia forse lo è di più nelle vesti di "fantasma" . Il finale poi, in cui i protagonisti dovrebbero spezzare le loro catene per liberarsi, mi ha lsciato al contrario una profonda sensazione di tristezza, come se alla fine non restassero che due esistenze definitivamente distrutte e nientaffatto riscattate dalle loro disgrazie. Sinceramente almeno per questo libro, fin troppo crudo fin dal principio, avrei preferito un bel lieto fine (e io non li amo particolarmente). Comunque è un libro che si fa amare per quel sangue rossovermiglio che la Mazzucco riesce a trasmettere con la lettura delle sue opere. La visceralità è per me il suo punto forte. Però stavolta assomigliava un po' troppo a qualcosa di già letto e di già scritto. Molte allusioni ad altre opere letterarie affini? O forse siamo noi lettori italiani che siamo stufi di opere nostrane incentrate solo su storie di sofferenza e dolore?? Un po' si, sinceramente. Per quanto un libro abbia la pretesa di essere specchio del nostro tempo io credo che per noi e il nostro tempo sia giunto il momento di cambiare. Perchè dal Limbo si esce e noi, facendo la storia di questi anni, lo stiamo dimostrando...