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Arboreto salvatico
 
Arboreto salvatico 2008-08-19 19:55:35 Renzo Montagnoli
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    19 Agosto, 2008
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La natura protagonista

Ogni volta che leggo un libro di Mario Rigoni Stern provo un’intensa emozione già dalle prime pagine, perché la struttura dell’io narrante, unita a uno stile semplice, ma di grande immediatezza, fa sì che mi sembri di stare ad ascoltare le parole del grande scrittore vicentino e ora che non è più fra i vivi quell’emozione diventa anche commozione.

Arboreto salvatico è un’opera a sé, forse minore, ma riassume tutte quelle caratteristiche che hanno reso giustamente famoso l’autore.

Così troviamo quella perfetta unione dell’uomo con la natura che di per se stessa è un messaggio di fondamentale importanza per l’umanità che sembra non accorgersi di essere parte di un ecosistema perfetto, ma anche fragile, al punto che qualsiasi offesa gli venga resa finisce con il ritorcersi notevolmente amplificata su chi gliela ha arrecata.

E’ un libro semplice, con interessanti e piacevoli annotazioni botaniche, accompagnate da richiami al significato delle piante nell’antichità e impreziosita da brani di romanzi o da versi poetici di autori che cantarono la bellezza di determinati alberi.

Non mancano annotazioni, sempre correlate a questi vegetali, di fatti o eventi di cui Stern fu protagonista nel corso della sua vita, ma non si tratta di meri espedienti per allungare o vivacizzare la narrazione, bensì sono incisi funzionali a dimostrare che l’uomo deve convivere con la natura, nel pieno rispetto di questa, traendone benefici che le attuali generazioni ignorano completamente.

Con Mario Rigoni Stern la natura diventa la vera protagonista della narrativa e l’autore è sempre presente, perché umile parte di essa.

Particolarmente commoventi sono le ultime pagine dedicate al ciliegio, con la visione di una vecchia casa contadina, vuota e abbandonata, ora posta in vendita per costruire un condominio per i villeggianti, così che il vecchio ciliegio che nei pressi vi dimora da tantissimi anni e che porta le ferite della prima guerra mondiale sarà inesorabilmente abbattuto.

Nell’autore c’è l’autentico sincero dolore di Ljubov Andreevna quando è costretta a vendere i suoi amati alberi nel Giardino dei ciliegi di Cechov.

“Mio caro, dolce, meraviglioso giardino…Vita mia, giovinezza mia, felicità mia. Addio!...Addio.”

Con il ciliegio di Asiago che verrà abbattuto se ne va un amico, un testimone e protagonista di gioventù, se ne vanno ricordi, emozioni passate, se ne va un pezzo dell’autore.

Leggere i libri di Mario Rigoni Stern non è solo un accrescimento culturale, ma è anche vivere dalla prima all’ultima pagina accanto a questo grande uomo e scrittore.

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Stagioni, di Mario Rigoni Stern
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