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Per non dimenticare
Correva l'anno 1961 quando venne pubblicata per la prima volta quest'opera. Corre l'anno 2012 e quest'opera, ahinoi, risulta ancora estremamente attuale. Cosa è cambiato negli ultimi 51 anni ? Forse ancora troppo poco perchè nonostante la maggiore consapevolezza raggiunta, l'impegno sociale e la lotta contro tutte le mafie, molto rimane ancora da fare.
Rileggendo questo libro mi sono accorto di una sconcertante attualità di certi temi, come ad es. per quanto riguarda il rapporto Stato-mafia. Sono proprio i legami con la politica che hanno garantito nel corso degli anni la sopravvivenza della mafia e la possibilità della stessa di radicarsi nel territorio e prosperare. Cosa può fare dunque il Capitano Bellodi, solido uomo del nord, integerrimo e determinato a fare fino in fondo il proprio dovere, di fronte ad un sistema così diabolicamente colluso? Se il mandante dell'omicidio dell'imprenditore Salvatore Colasberna gode di una serie di protezioni e testimonianze che depongono a suo favore, se grazie alla rete di conoscenze dell'onorevole di turno che siede in Parlamento è garantita la sua innocenza, come è possibile allora fare trionfare la giustizia? La risposta è che purtroppo non è possibile ed il muro di fronte al quale si trova il capitano Bellodi diventa invalicabile ! L'unica magra consolazione è quella di venire considerato, suo malgrado, un vero uomo, un degno avversario e non un "quaquaraqua".
Il romanzo induce il lettore a riflettere ed è indubbiamente permeato da un forte alone di pessimismo e di sconfitta. Dietro ai vari personaggi ed alla storia raccontata è molto facile intravedere le realtà di ieri e di oggi. Nonostante tutto però rappresenta un contributo di denuncia che dovrebbe fornire gli stimoli necessari per reagire.