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Bianca come il latte, rossa come il sangue
 
Bianca come il latte, rossa come il sangue 2012-09-09 11:27:18 alessandrabo
Voto medio 
 
2.0
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
alessandrabo Opinione inserita da alessandrabo    09 Settembre, 2012
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bianca come il latte rossa come ODDIO BASTA!

Sono arrabbiatissima! Ma come possono avermi detto che questo è un CAPOLAVORO?! Cavolo, le Mille e una notte è un capolavoro, la Divina Commedia è un capolavoro, questo libro NON è un capolavoro!

Scrittura banale, decisamente troppo colloquiale e sempliciotta. Sembra di leggere un qualsiasi capitolo di Federico Moccia, gergo "giovane" e ripetitivo, figlio della cultura di facebook e della poca fiducia nei congiuntivi italiani.
D'Avenia si immedesima a tal punto nella parte del ragazzino adolescente da diventare fastidioso esattamente come un adolescente parecchio scemo. Il protagonista passa da dire frasi di una profondità disarmante (ehi ehi, non facciamo i fenomeni, a 16 puoi essere sveglio ma non Platone) a cazzate cosmiche che ti chiedi come può, l'essere di luce che fino a un momento fa ti stava spiegando il senso dell'esistenza , anche solo pensare cose tanto stupide.
Per non parlare della trama, la banalità scende in campo e segna 4 goal. Basta guardarsi due o tre film degli anni novanta sull'amore tra ragazzini e si ottiene la stessa cosa.
Per non parlare poi della morale cristiano-cattolica infilata in mezzo come se piovesse! Parlare di Dio va bene ed è giusto, nascondere una lezione di catechismo in un libro tentando di passare pure inosservati no.

Bocciatissimo.

P.s Meno male che l'ispirazione gliel'ha data il professor Keating de L'attimo fuggente...ah beh.

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Lettura consigliata
no
Consigliato a chi ha letto...
Moccia e gli è pure piaciuto
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Commenti

6 risultati - visualizzati 1 - 6
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Io penso che non sia lo stile di un libro a determinare che sia o meno un capolavoro! Ok, lo stile è semplice però questo non fa del libro un'opera banale.
e la trama secondo me non è affatto "banale" come la definisci tu, ma parecchio profonda.
per inciso, il termine capolavoro è del tutto soggettivo. non ci sarà mai un libro che verrà considerato da TUTTI un capolavoro..
E' un capolavoro relativo alla profondità dell'animo di D'Avenia ed al suo saper essere poetico. Che la Divina Commedia sia un capolavoro è un semplice dato di fatto.Ho letto questo libro... ma cosa dici mai! Moccia? La trama ha veramente poca importanza in questo caso. E' stata resa con gusti adolescenziali, semplicemente per avvicinare gli adolescenti alla lettura, sottopelle c'è molto di più. I pensieri che D'Avenia esprime tramite i personaggi, cercando di trasmettere il vero senso dell'esistenza. Cosa significhi veramente arrivare alla realizzazione di un sogno passando attraverso il dolore. Cercare la scoperta della propria personalità essendo consci di dover essere disposti a soffrire; cosa ha di Moccia? C'è il senso della vita in questo libro, ti fa capire quanto sia facile e sciocco ritrovarsi in una vita conformata dalle influenze esterne. Quanti adulti si soffermano a domandarselo? Pochi. La trama è semplice come lo sono molte sorie della vita, dietro una vita apparentemente semplice puoi trovare tanti dettagli.
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C.U.B.
09 Settembre, 2012
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Concordo sia con Hottina che con Magic.
Puo' piacere o meno ma ritengo che lo stile sia volutamente semplice - non credo D'Avenia si esprima cosi' normalmente- semplicemente ha creato dei personaggi e ha cercato di avvicinarsi alla loro realta' il piu' possibile.
Il paragone con dei classici della letteratura non tiene. Se ho voglia di accostarmi ad un'opera simile alla Divina Commedia, mica leggo D'Avenia.
E' chiaro che da una certa narrativa bisogna aspettarsi cio' che quel tipo di narrativa puo' offrire e in quest'ottica ritengo il lavoro di D'Avenia sia piacevolissimo, forse non avevi letto la quarta di copertina, forse te lo avevano troppo lodato e ti eri fatta aspettative diverse...
De gustibus ovviamente, solo le motivazioni mi sembravano poco condivisibili !
In risposta ad un precedente commento
alessandrabo
09 Settembre, 2012
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Per l'amor del cielo sostenere che il mio giudizio si indiscutibile, ci mancherebbe altro!
Non è lo stile scelto dall'autore che mi lascia perplessa, ma il come viene sviscerato.
In un momento il filo conduttore è la profondità del tutto, un momento dopo la banalità dei pensieri del protagonista. Il salto è troppo spiazzante.
In risposta ad un precedente commento
alessandrabo
09 Settembre, 2012
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Do per scontato che quando si scrive un'opinione si scrive la propria, è ovvio che PER ME non lo sia...
erlebnis
03 Aprile, 2013
Ultimo aggiornamento:
03 Aprile, 2013
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Finalmente qualcuno che analizza anche lo stile con cui un libro è scritto. Lo stile non è un accessorio. E' parte integrante dell'opera. Uno scrittore degno di questo nome sa calibrare lo stile sulla trama e sulle finalità che intende perseguire. Lo stile non è MAI casuale. Poi, in Italia, anche le major ormai pubblicano romanzi che stilisticamente si assomigliano tutti. La ragione è semplicissima ed evidente: sono tutti romanzi d'intrattenimento. Per carità, non è un reato scriverne o leggerne; svolgono una funzione precisa, quella di "intrattenere", appunto; ma al di là di questo c'è solo marketing.
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