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Se ti abbraccio non aver paura
Una fiaba, inusuale forse, ma pur sempre una fiaba è “Se ti abbraccio non aver paura”.
Protagonisti assoluti papà Franco e suo figlio Andrea, a cui un giorno lontano un dottore ha diagnosticato l’autismo. Da quel momento quel bimbo sorridente si è trasformato in un groviglio inestricabile, ogni tranquillità persa, ogni equilibrio saltato.
Ed oggi, come due eroi strampalati, Franco e Andrea affrontano un viaggio in moto, loro due e il vento nel viso.
Loro due e paesaggi meravigliosi che tolgono il fiato.
Loro due e una malattia che è una costante compagna di vita, che sembra poter essere spazzata via da un sorriso di Andrea, da una parola scritta, ma che in realtà è sempre lì aggrappata e mai molla la presa.
Dagli USA all’America del Sud, padre e figlio percorrono chilometri e si scoprono, si avvicinano lottando contro il muro eretto dall’incapacità di comunicare di Andrea.
E lungo la strada incontrano spezzoni di vite altrui, che li arricchiscono, li riempiono, li rendono forse meno fragili e più consapevoli.
Un scrittura che posa colori sul bianco dei fogli, che crea immagini dal vuoto della carta.
Una penna lieve, delicata che trasforma in fiaba il racconto di un uomo, che tramuta il suo dolore in gocce di pioggia.
Non c’è falsità tra le pagine, non c’è il lieto fine delle fiabe: al ritorno dal viaggio la vita di Franco e Andrea continuerà con i soliti rituali, le stesse paure, la identica sofferenza.
Non ci sono però picchi drammatici e non perché la malattia non ne riservi, ma perché l’intento è far emergere l’amore e la gioia per ogni piccola conquista, a discapito delle molto più numerose sconfitte.
Ervas riesce a trasportare sulle pagine tutto l’amore di questo padre per un figlio che non giocherà mai a calcio con lui, con cui non potrà mai commentare una bella ragazza, che sicuramente non gli darà mai un nipotino e che sarà sempre e costantemente aggrappato a lui.
E’ questo sentimento smisurato che traspira durante tutta la lettura.
E il titolo, “Se ti abbraccio non aver paura” riprende la scritta stampata sulle magliette di Andrea, abituato a toccare la pancia delle persone, ad abbracciarle per poterle conoscere, ma è anche la richiesta che Franco fa a suo figlio, lasciati abbracciare, lasciami entrare in questo tuo mondo alieno, estraneo, colorato con altri colori, lasciami un piccolo spiraglio di luce.
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Commenti
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Qui ognuno può dire ciò che pensa riguardo i libri!
tenterò di mettermi d'accordo con me stessa, ok.
Questa per me è una storia vera, che più vera non si può, raccontata con i toni di una fiaba, arrotondando tanti spigoli con il solo scopo di mandare un messaggio: l'amore appunto che nonostante tutto un padre può volere a suo figlio, anche se la malattia ti rosicchia l'esistenza.
Ora, concordo con Cub che NON è un trattato sull'autismo e personalmente non mi sento di saperne di più su questa malattia. Mi sembra solo di essermi arricchita con una bella storia VERA che sembra una FIABA perché parla di amore, nonostante un lieto fine che non c'è.
Se poi ci pensi, c'è tanta amarezza nascosta tra le righe, come ti ho scritto a commento della tua recensione, per tante cose che però non vengono enfatizzate con fare melodrammatico.
Poi ovviamente tu puoi pensarla diversamente!
Un'ultima cosa soltanto, quando in fondo c'è scritto di votare una recensione, ti chiede se la trovi utile o meno, non se la condividi. Giusto per informazione visto che hai votato negativamente tutte le opinioni che apprezzano questo romanzo.
Detto questo, un saluto e buon proseguimento!
Ognuno può dire quello che vuole tranne criticare un libro che avete deciso di osannare e guai a chi ne parla male? State tranquilli, ora vi restituisco tutti i voti positivi, a me i vostri negativi danno solo onore al merito di non essere una pecora nel gregge!
innanzi tutto stiamo pur sempre parlando di un libro, che non si prefigge di parlare di una malattia in modo esaustivo, ma di raccontare una storia, vera ma comunque romanzata. Non ci vedo nulla di male.
Secondo ognuno ha certo diritto di avere la tua opinione, a te non è piaciuto mica è un dramma, io mi tengo la mia opinione tu la tua. Esprimersi cortesemente come mi sembra di aver fatto non credo che debba generare tutto ciò. Anche perché tu stai dando del gregge di pecore ad un gruppo di persone che semplicemente ha amato un libro, che a te non è piaciuto. Sarà ma mi sembra un po' offensivo. Anche perché in questo sito si esprimono opinioni anche differenti non per questo bisogna venire meno alla gentilezza.
L'averti detto dei voti è solo per spiegare il funzionamento del sito. Un voto positivo o meno non va dato al contenuto di una recensione, ma in base a come questa è scritta, se è ben costruita, se è completa, ecc ecc. In base a questo si mette utile o non utile, poi se non si è d'accordo con quanto espresso si può tranquillamente mettere una nota. Ma questo non lo dico io, né gli altri ragazzi che te lo hanno scritto, è semplicemente il funzionamento del sito, non c'è nulla di male a non saperlo.
Ora, spero di averti chiarito il mio punto di vista.
Ciao e buona giornata
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